2016-05-17 13:42:00

Venezuela. Di Ciommo: "Parlamento paralizzato da scelte di Maduro"


Si fa sempre più critica la situazione in Venezuela anche sul fronte istituzionale. Il Parlamento di Caracas si appresta ad esaminare il decreto per lo stato di emergenza proclamato dal Presidente Nicolas Maduro. Il testo prevede ampie facoltà d’intervento per l’esercito sia in materia di sicurezza che nella distribuzione dei beni alimentari ma l’opposizione detiene la maggioranza presso l’Assemblea nazionale. Sul nuovo conflitto tra Parlamento ed Esecutivo, Daniele Gargagliano ha raccolto il commento del professor Francesco Di Ciommo, docente di materie giuridiche all’Università Luiss:

R. – In realtà, è un processo che è incominciato alcuni mesi fa, perché già quando il nuovo Parlamento si è insediato, ha trovato che nel periodo dell’interregno, cioè tra l’esito delle elezioni e l’insediamento, il Presidente Maduro aveva sostituito i giudici della Corte costituzionale in modo tale da assicurarsi una Corte costituzionale senz’altro amica, perché per come funziona il sistema costituzionale venezuelano, il Presidente della Repubblica, il Parlamento e la Corte costituzionale sono tre poteri tra loro in equilibrio e chi riesce a controllare Corte costituzionale e Presidenza riesce a mettere in scacco il terzo potere. E infatti il Parlamento non è riuscito in questi mesi a operare in quanto qualsiasi legge di una certa rilevanza approvata dal Parlamento è stata impugnata davanti alla Corte costituzionale ed è stata dichiarata illegittima dalla stessa Corte costituzionale.

D. – Ormai sembra che anche i sostenitori di Chávez stiano abbandonando Maduro: l’ultimo è il generale Alcalá che ha detto che la guerra economica esiste, ma la sta facendo il Governo …

R. – Abbiamo notizie – a dire la verità – abbastanza confuse che arrivano dal Venezuela; alcune descrivono Maduro in grande difficoltà anche con i membri del proprio governo e con i militari, che hanno un potere enorme in Venezuela. La verità oggettiva è che il Paese è in uno stato disastroso, dal punto di vista economico: il Venezuela soffre un’inflazione pazzesca, siamo nell’ordine del 400% di inflazione annua … Questo determina, ovviamente, una grandissima difficoltà del Paese a comprare sul mercato internazionale le risorse e i beni di cui ha bisogno. Con una moneta sempre più debole, è chiaro che si fa fatica. In più, il Venezuela in questi anni ha visto crescere in maniera esponenziale la criminalità interna, la violenza, la delinquenza e oggi il Venezuela – secondo tutti i dati internazionali più significativi – è il Paese più violento del mondo: non lo era 10 anni fa … Ancora, ultimo dato che porto: il Venezuela in questo momento non ha acqua potabile, non ha energia elettrica. Perché in questi anni non si è investito in infrastrutture, e questo porta ad avere una rete di distribuzione dell’acqua e di acquedotti non efficiente e una industria di produzione dell’energia elettrica non adeguata. Il che davvero è paradossale se si pensa che il Venezuela è il Paese al mondo con le maggiori riserve petrolifere e di gas naturale.

D. – Il Paese è al collasso dal punto di vista economico; per far fronte all’emergenza, il Governo ha esteso gli accordi con la Cina per i prestiti in cambio del petrolio. Il Venezuela fa gola anche fuori dal continente?

R. – Ma non c’è dubbio! Il Venezuela è il Paese al mondo con le maggiori riserve petrolifere e ha enormi possibilità – da questo punto di vista – che fanno gola, ovviamente, anche alla Cina che vede nel Venezuela un partner strategico importante. Il problema è come si sviluppa un’economia sana ed efficiente attorno al petrolio: può paradossalmente divenire un enorme limite se si pensa di poter strutturare l’economia di un Paese solo attorno al petrolio. Il petrolio gestito nell’ambito di dinamiche di mercato produce determinate sinergie e ricadute economiche; gestito invece con un approccio monopolistico, statalistico che nega il mercato, determina altre conseguenze.

D. – Non si sta correndo il rischio di destabilizzare il Paese sia dall’interno sia dall’esterno, isolandolo sempre di più nella geopolitica dell’America Latina?

R. – Purtroppo è quello che è già successo. Stiamo parlando di un fenomeno che si è già verificato e che sta adesso arrivando al suo epilogo. Il Venezuela, in questi anni, ha adottato una politica internazionale senz’altro non filo-occidentale e non filo-americana, creando i suoi maggiori rapporti con la Russia, con la Cina e con Cuba. Il momento di disgelo tra Stati Uniti e Cuba, la situazione politica brasiliana, le difficoltà economiche di Cina e Russia ovviamente hanno come conseguenza diretta l’isolamento del Venezuela.








All the contents on this site are copyrighted ©.