2016-05-18 12:28:00

Unicef: guerra mondiale in Siria. A Yarmuk i bambini mangiano carta


E’ ancora molto lontana la possibile transizione politica in Siria. Dopo il vertice di ieri a Vienna, la data del primo agosto fissata per l’inizio dei colloqui non sembra più un appuntamento ma piuttosto un obiettivo. Malgrado l’ottimismo, dunque, l’incontro tra le potenze regionali e internazionali coinvolte nella crisi non è andato oltre un accordo di massima sulla realizzazione di un vero cessate-il-fuoco. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

La sfida sarà tradurre in atti concreti l’intesa. Sono le parole del segretario di Stato americano Kerry a riassumere il tono dello stato d’animo dei partecipanti al summit di Vienna che tra i punti salienti dell’agenda vede la cessazione immediata delle ostilità, accessi umanitari alle 18 città assediate e private di tutto, dall’acqua al cibo alle medicine, impegno per la transizione politica e riforma costituzionale. A monitore il cessate-il-fuoco sarà l’Onu: chi lo violerà verrà espulso dal processo negoziale, mentre se non verrà consentito l’accesso degli aiuti, il Programma alimentare mondiale (Pam) interromperà le forniture via terra e metterà in campo ponti aerei e aiuti paracadutati. Frizioni tra stati Uniti e Russia sulla figura e sulla futura sorte politica del presidente siriano al Assad, con Washington che ne vuole l’uscita dal potere, e Mosca che ribadisce che il suo sostegno non è ad Assad, ma all’esercito siriano contro il terrorismo. La russia continua inoltre ad accusare la Turchia di sostenere il terrorismo in Siria, mentre sul terreno continuano gli scontri tra ribelli dell’opposizione, oltre 50 i morti a est di Damasco.

L'inviato Onu per il Paese, Staffan De Mistura, ha ribadito che se non si raggiunge una tregua stabile ci sarà una fuga inarrestabile dalla Siria, mentre la situazione umanitaria precipita sempre più. Massimiliano Menichetti ha intervistato Andrea Iacomini portavoce Unicef Italia:

R. – Innanzitutto, mi sembra che le speranze di pace siano sempre minori; la comunità internazionale si reincontra, ma sembra che non si trovi mai una soluzione. La tregua sembra non reggere. In Siria si combatte una guerra che dura da cinque anni e che vede protagonisti di tutti i tipi: al Qaeda, al Nusra, poi è arrivato Is, c’è Assad, c’è l’opposizione, e poi c’è l’Iran e poi ci sono gli Hezbollah e poi sono arrivati i russi… 

D. – Esiste ancora la Siria?

R. – Ci sono 13 milioni di persone intrappolate in Siria e la metà di queste sono bambini. Probabilmente, non esiste un’entità statale, ma esistono persone che vivono in condizioni veramente drammatiche, che hanno perso tutto e che cercano di fuggire ma vivono purtroppo anche in condizioni veramente misere. Purtroppo, la Siria probabilmente non c’è più ma – lo voglio ribadire – esistono i suoi figli e i suoi bambini ancora intrappolati. Le città sotto assedio sono 18 e in queste 18 città manca tutto: cibo, acqua e medicine. Non si consente il passaggio degli aiuti umanitari: tutto questo non è tollerabile!

D. – Le ultime notizie che circolano, che hanno colpito, è che i bambini nel campo profughi di Yarmouk, a sud di Damasco, mangiano scatole di carta…

R. – Viene molta rabbia nell’ascoltare tutto questo, perché un anno fa abbiamo denunciato che mangiavano carcasse di animali, due anni fa abbiamo denunciato che mangiavano minestre con le foglie… Stiamo continuando a sommare sempre di più cose terribili che colpiscono i bambini senza porre soluzione. Questa non è una cosa orribile: è indegna.

D. – Si sottolinea anche che bisognerebbe togliere l’embargo perché questo colpisce di più la popolazione…

R. – Penso sia giusto: penso che si debbano aprire corridoi umanitari d’urgenza. Non è possibile immaginare – io penso ad Aleppo che è assediata a ovest e a est e i nostri operatori sono chiusi negli uffici perché continuano i bombardamenti a tappeto – di distribuire aiuti dal cielo, anche se questa, oggi, è l’unica soluzione. Credo che debba esserci un impegno forte di chi tiene le fila di questa situazione nell’imporre, ad Assad quanto agli oppositori, una soluzione che tenga conto delle vicende umanitarie. E’ inutile girarci intorno: noi stiamo consentendo – il mondo sta consentendo – alle sue porte un dramma che non ha precedenti. E lo voglio ribadire ancora: tutta questa umanità, poi, quando arriva, noi alziamo i muri! Quando arrivano in Europa, noi ci siamo permessi il lusso di respingerla! Loro fuggono da tutto questo. Ci sono bambini che mangiano il cartone e che vengono qui perché a casa loro ci sono le bombe: non è tollerabile! Mi auguro che l’Europa assuma in maniera sempre più forte la leadership di un processo di pace perché – lo voglio ricordare – l’Europa è Premio Nobel per la pace 2012: quindi è un impegno fondamentale, sacrosanto, fare in modo che questa guerra finisca, perché non è una guerra civile, non è una guerra regionale come ci si vuole far credere, ma una guerra di tipo mondiale, lo ha detto anche il Papa.








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