2016-05-19 13:42:00

Bambino Gesù, progetto per i bambini malati di Hiv


Aiutare i bambini malati di Hiv ad avere delle terapie che non li costringano a prendere pillole per tutta la vita e creare una banca dati internazionale per sviluppare nuove terapie. Questo l’obiettivo del progetto “Epical”, promosso dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, con la collaborazione di Penta e ViiV Healtcare e presentato oggi a Roma. Il servizio di Michele Raviart:

In Italia ogni anno si registrano 4 mila nuovi casi di Hiv, soprattutto nei giovani tra i 25 e i 29 anni. Grazie ai progressi della ricerca è ora possibile allungare notevolmente i tempi di sopravvivenza, ma a costo di terapie pesanti e non prive di effetti collaterali. In particolare per i bambini nati sieropositivi, sottoposti a una terapia ininterrotta che dura tutta la vita. Per questo nasce il progetto Epiical, come spiega il prof. Paolo Rossi, direttore del dipartimento pediatrico del Bambin Gesù:

Il Progetto Epiical è una piattaforma di studio dell’infezione di Hiv nel bambino. Noi siamo stati i primi a sperimentare un vaccino terapeutico, qualche anno fa, e proprio da questo vaccino terapeutico prende le mosse questo studio che coinvolge circa 26 partner in tutto il mondo. Ci aspettiamo - da questo progetto - di capire che cosa faccia la terapia precoce, quali siano le risposte immunologiche che dobbiamo sviluppare attraverso un vaccino o attraverso una terapia che vada a modificare il sistema immunitario, in modo tale che i bambini trattati precocemente possano interrompere la terapia. Voi capite bene che questo ha un impatto, sia sociale che economico, enorme nei Paesi in via di sviluppo, in cui questo problema è di grande rilevanza.

Se nei Paesi economicamente avanzati le terapie per i bambini malati sono relativamente accessibili, nel resto del mondo la situazione è differente. Dottoressa Martina Penazzato, responsabile dell’Hiv pediatrico dell’Organizzazione mondiale della Sanità a Ginevra:

Sappiamo che ci sono più di 2 milioni di bambini che attualmente vivono con l’infezione Hiv; sappiamo anche che il 95 per cento di questi bambini vive nell’Africa Sub-Sahariana; e, nonostante il progresso fatto nel prevenire la trasmissione da mamma a bambino, sappiamo che ogni anno ci sono circa 200 mila nuovi casi al mondo. Metà di questi bambini non raggiunge il secondo anno di vita, senza nessun tipo di intervento: quindi è necessario diagnosticare l’infezione rapidamente ed iniziare la terapia. Purtroppo non è facile, perché le opzioni terapeutiche sono limitate e non sono necessariamente adeguate al contesto dei Paesi in via di sviluppo.

Il progetto Epiical, a guida italiana, punta a raccogliere a livello internazionale i dati dei bambini sieropositivi. Dalle loro cellule si può infatti capire la maniera in cui si sviluppa il virus Hiv, in modo da fornire modelli predittivi utili per la messa a punto di farmaci innovativi anche per curare gli adulti. Il commento del dott. Paolo Rizzini, direttore medico e scientifico di ViiV Healthcare:

Possiamo tranquillamente dire che è già la più grande banca dati al mondo di informazioni, che significano anche cellule, linfociti, virus che sono tratti da bambini, che sono curati in modo precoce. Queste informazioni ci permetteranno di testare nuove strategie terapeutica, non nel bambino – chiaramente! – ma sui modelli predittivi in vitro: da qui si possono avere le informazioni per sviluppare nuove terapie.








All the contents on this site are copyrighted ©.