“Rimaniamo, qualunque cosa accada”: sono le parole con cui mons. Emile Destombes, all’epoca giovane missionario in Cambogia, negli anni ’70 commentò la conquista di Phnom Penh da parte dei Khmer Rossi di Pol Pot. Queste stesse parole aprono il video che il Vicariato Apostolico di Phnom Penh ha diffuso ieri, 20 maggio, a cento giorni dalla morte di mons. Destombes. Visibile sul portale di You Tube, il video ripercorre gli ultimi giorni del presule, la sua storia personale intrecciata con quella, drammatica, del Paese e mostra le commoventi immagini delle sue esequie.
Mons. Destombes scomparso il 28 gennaio scorso
Artefice della rinascita della piccola comunità cattolica
nel Paese dopo il dramma del genocidio di Pol Pot, mons. Destombes, missionario delle
Missioni Estere di Parigi, si è spento il 28 gennaio scorso nella capitale cambogiana,
sede del Vicariato apostolico che aveva guidato dal 2001 al 2010, dopo essere stato
nel 1989 il primo missionario in assoluto a poter rientrare nel Paese dopo la grande
tragedia.
Fu il primo sacerdote a rientrare in Cambogia nel 1989
Nato a Roncq, in Francia, nel 1935, mons. Destombes
era arrivato in Cambogia come giovane missionario nel 1965. A Phnom Penh era stato
insegnante nel Seminario minore e direttore di uno studentato. Poi, dal 1970, aveva
diretto il Comitato per gli aiuti alle vittime della guerra, fino alla conquista di
Phnom Penh da parte dei Khmer rossi, nell’aprile 1975. Espulso insieme a tutti gli
altri missionari, si era recato a Parigi e poi era partito missionario per il Brasile
finché, nel 1989, le truppe vietnamite lasciarono la Cambogia e lui fu il primo sacerdote
a poter rientrare in qualità di rappresentante di Caritas Internationalis per l’assistenza
umanitaria.
Nel 1990 la “Messa della Resurrezione”
Per un anno rimase l’unico sacerdote straniero nel
Paese. Nell’aprile 1990, ricevette dal regime l’autorizzazione alla riapertura di
una Chiesa. Così il 14 aprile 1990, nel giorno di Pasqua, padre Destombes poté presiedere
la prima Messa pubblica dopo tanti anni: un evento che vide la partecipazione di circa
tremila fedeli e che è rimasto nella memoria della Chiesa cambogiana come la “Messa
della Resurrezione”.
Grazie a lui, la Chiesa cambogiana è diventata Chiesa missionaria
Nominato nel 1997 vescovo coadiutore di mons. Yves
Ramousse – il vicario apostolico del periodo precedente al dramma del 1975, anche
lui rientrato in Cambogia – ne aveva raccolto il testimone nel 2001 fino al 2010,
quando gli è succeduto un altro confratello missionario, mons. Olivier Schmitthaeusler,
che a gennaio ha concelebrato la Messa esequiale: “L’ultima parola di mons. Emile
– ha ricordato con voce commossa il presule in quell’occasione – è stata ‘sì’, prima
di ricevere il Sacramento dell’Eucaristia”. “Grazie a lui – ha sottolineato – siamo
diventati una Chiesa missionaria, alla maniera di San Paolo, annunciando la Parola
di Dio di villaggio in villaggio”.
“Catholicambodia”, il canale You Tube della Chiesa cambogiana
Il video commemorativo di mons. Destombes è stato
caricato sul canale You Tube denominato “Catholiccambodia” (su Twitter #catholiccambodia).
Inaugurato nel 2008, il canale ospita materiale informativo sulle varie attività della
piccola Chiesa cambogiana. Nei giorni scorsi, ad esempio, è stato caricato un video
che traccia il bilancio del Giubileo straordinario della misericordia nel Paese. Le
immagini, molto suggestive, mostrano i fedeli in preghiera davanti alle Porte Sante
aperte dal Vicario Apostolico e descrivono le attività caritative portate avanti durante
il Giubileo.
I frutti del Giubileo della Misericordia
Un Anno Santo particolarmente fruttuoso, tanto da
contare, secondo i dati forniti dall’agenzia Fides all’inizio di maggio, ben 111 nuovi
battezzati ed 80 catecumeni. Il cammino giubilare è stato segnato anche da diversi
momenti molto importanti, come il ritiro spirituale sul tema della misericordia, cui
hanno preso parte circa 500 fedeli provenienti dai diversi settori pastorali del Vicariato.
(I.P. – L.Z.)
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