2016-05-23 06:19:00

Papa incontra Imam di al-Azhar nel segno del dialogo


Oggi Papa Francesco riceverà in Vaticano lo Sceicco al-Tayyib, Grande Imam di al-Azhar, la celebre università musulmana sunnita del Cairo. Un importante evento sulla via del dialogo tra cristiani ed islam. Un tema vivo in molte città, tra cui Marsiglia, ponte sul Mediterraneo tra l’Europa e il Maghreb. Il vescovo ausiliare della città, mons. Jean-Marc Aveline, a Roma per un convegno al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di Islamistica, ha spiegato, al microfono di Michele Raviart, come Marsiglia vive la convivenza tra le fedi:

R. - À Marseille, effectivement …
Effettivamente, a Marsiglia, su un milione di abitanti, la popolazione musulmana è di 200-250 mila persone. Si tratta, quindi, realmente di una grande parte della popolazione. A Marsiglia è anche presente una comunità ebraica di circa 80 mila persone. Quindi ormai da lungo tempo, essendo questa una città portuale, c’è una tradizione di coabitazione e di convivenza che è più o meno riuscita e più o meno buona. C’è anche il dialogo, ma c’è soprattutto un’arte di vivere insieme che finora ha tenuto bene, che però è ora resa più fragile da tutte le crisi attuali, siano esse all’interno dell’islam o all’interno della società francese.

D. – Dopo gli attacchi di Parigi e gli attacchi di Bruxelles, in Europa si cercano ora le diverse Molenbeek europee. A Marsiglia ci sono banlieue o altri luoghi  impermeabili al dialogo?

R. - Imperméable au dialogue peut-être pas…
Impermeabili al dialogo, forse, no!  Ma, in tutti i casi, a Marsiglia ci sono dei quartieri che sono un po’ ghettizzati ed effettivamente tutto questo rende molto difficile le relazioni. Ma questo non è certo dovuto all’islam, all’appartenenza all’islam: è dovuto a problemi economici. Si riscontra certamente che la popolazione che vive in questi quartieri è in gran parte musulmana… Ma il problema di questa realtà, un po’ isolata in alcuni quartieri, è soprattutto economico ed urbanistico: non è religioso! E’ vero, però, che questo crea delle situazioni che non somigliano – se ci penso - a Molenbeek, ma che sono comunque molto preoccupanti.. E come voi sapete bene, questi quartieri sono dei quartieri caratterizzati anche da un notevole traffico di droga; e ci può essere anche il traffico d’armi… Bisogna considerare tutto questo! Non è una questione legata esclusivamente al dialogo interreligioso: è una questione legata alle condizioni e alle situazioni delle città europee, che possono essere oggi esplosive e che sono veramente molto preoccupanti.

D. – Lunedì ci sarà una giornata importante per il dialogo, perché il Papa riceverà in Vaticano il Grande Imam di al-Azhar. Qual è l’importanza di questo incontro?

R. – Je crois que c’est une rencontre que peut stimuler …
Credo che questo sia un incontro che possa riuscire a stimolare tutti gli altri piccoli incontri sul terreno, anche quello che vi ho detto riguardo alla città di Marsiglia. E’ vero! Io conosco una piccola comunità cristiana che vive in una zona con il 95 per cento di presenza musulmani. Ci sono quindi delle situazioni che sono molto fragili, ma che sono anche molto belle. L’incontro di lunedì, che sarà un incontro a più livelli, incoraggia queste piccole realtà ed incontri di fraternità. E’ per questo che è anche molto importante per tutti noi.

D. – In una intervista a La Croix, il Papa ha detto che desidera venire in Francia ed è possibile che venga anche a Marsiglia. La città sarebbe felice di accogliere il Papa?

R. - Oui, oui! C’est une suggestion…
Sì. Si! E’ stato un suggerimento che abbiamo fatto e che a lui è piaciuto. Credo che quello che a lui piace di Marsiglia sia proprio il fatto che la città sia un “laboratorio”, per tutte le ragioni che ho detto prima: sia perché è rivolta al Mediterraneo, sia perché ha delle proporzioni di popolazioni molto differenti fra di loro... Quindi Marsiglia rappresenta un piccolo “laboratorio” su quello che è possibile fare. Credo che questa sfida, che è la nostra sfida quotidiana, interessi molto il Papa. Quando verrà in Francia, potrà consegnare a Marsiglia – credo – un messaggio importante.

D. – Quali sono, per lei, le chiavi del dialogo tra cristiani e musulmani?

R. – Je crois que, en tout cas de point de vu chrétien …
Credo che, dal punto di vista cristiano, la chiave fondamentale sia l’atteggiamento spirituale. Si possono accumulare conoscenze sull’islam, si può avere anche un’idea geopolitica molto chiara, ma se si vuole realmente arrivare ad un vero dialogo con l’islam – dal punto di vista cristiano, ma penso anche da quello islamico – è solo attraverso l’atteggiamento spirituale che questo si può raggiungere. O meglio: se considero i miei fratelli musulmani, come degli uomini e delle donne che ha creato Dio, che Dio ha animato dei suoi desideri, che sono ad immagine e somiglianza di Dio, allora mi interesso dei loro testi e di tutto il resto e ho un atteggiamento comprensivo e una empatia esistenziale con loro. Se, invece, li guardo in modo molto freddo, allora non dialogo con l’islam. Credo che la scommessa sia questa! Non è una scommessa che fa di noi delle persone ingenue: ma più si è in empatia, più è possibile dire quello che non va, più è possibile porre delle domande difficili e più è possibile esprimersi in libertà e in verità. Il dialogo è possibile soltanto sulla base di un profondo atteggiamento spirituale.








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