2016-05-23 14:44:00

Tronca in Vaticano: dal Papa incoraggiamento e vicinanza


Udienza dal Papa questa mattina per il prefetto Francesco Paolo Tronca, dal primo novembre 2015 commissario straordinario di Roma. Era accompagnato dalla consorte, dai subcommissari, segretario e vice segretario generale, dalla segreteria tecnica e dallo staff, circa una trentina di persone in tutto che il Papa ha salutato una per una. Il commissario ha consegnato a  Francesco, in una scatola bianca appositamente realizzata per lui, la Lupa capitolina e la medaglia dei Natali di Roma. Sull’incontro Adriana Masotti ha raccolto il commento dello stesso commissario Tronca:

R. – Oggi è una giornata veramente importante per Roma Capitale e per la sua gestione commissariale. È anche una giornata di grande emozione, perché tutti abbiamo vissuto questi momenti con un trasporto e una partecipazione straordinari. Io penso che, oltre ad aver ricevuto un grande onore dal Santo Padre, questo incontro ha avuto un grande valore simbolico, perché ognuno di noi ha dato il vero senso alla dedizione, all’impegno, al sacrificio, ma anche all’entusiasmo con cui ha lavorato in questi sette mesi. Il Papa ci ha comunicato poi una grande vicinanza, che ci renderà ancora più determinati in quest’ultimo periodo, delicato e difficile, che ci separa dalla fine del nostro mandato. Quello che ci ha colpito è stato anche un messaggio che il Papa ha voluto consegnare nelle nostre mani: “Ricordatevi: quello che si semina, prima o poi, darà i suoi frutti”. Ed è questo che conferisce a tutti noi la forza di andare avanti, di svolgere a pieno la nostra responsabilità; anche perché credo che sia messo in moto un processo irreversibile, che porterà ad una maggiore attenzione al rispetto delle regole e della legalità. Se pensiamo che tutto questo poi avviene, casualmente, ma nulla è a caso, nel giorno della legalità - nel giorno dedicato al ricordo di Giovanni Falcone - lei può capire quanto per noi sia straordinariamente significativo questo momento.

D. – Quindi è stato questo, quello della legalità, il tema centrale del colloquio con il Papa?

R. – È stato uno dei punti che abbiamo toccato, soprattutto quando ho avuto l’onore di rimanere solo con lui, prima dell’incontro con tutta la squadra.

D. – In base a quello che è emerso e alla sua impressione, il Papa come vede Roma? Le ha espresso qualche preoccupazione in particolare?

R. – Il Papa vede Roma - secondo me - con gli occhi del pastore che vuole che la città, che è la sede della sua missione, possa rappresentare il meglio e funzionare al meglio. Questa è una responsabilità che - ho percepito – ci ha rimesso ancora di più nelle mani e che ha affidato anche al processo futuro di un sistema che deve assolutamente essere improntato a una buona amministrazione, alla trasparenza, alla funzionalità, all’efficienza, e soprattutto alla sensibilità, nel rispetto delle regole.

D. – La preoccupazione per le periferie, per i più deboli, per le famiglie, è emersa in qualche modo?

R. – Il Santo Padre, come vescovo di Roma, non può non avere sempre l’attenzione verso coloro che hanno una maggiore fragilità sociale. Quello che garantisco al Santo Padre è che, fino all’ultimo giorno, quest’attenzione che lui dedica ai punti di caduta della capitale, noi cercheremo di compensarla al massimo con il nostro impegno e i nostri sforzi. Quello che deve vincere è la legalità, ma una legalità solidale: riuscire a coniugare legalità a solidarietà. È questo il difficile: il difficile è proprio trovare il punto di giusto equilibrio tra queste due esigenze fondamentali della società moderna e di uno Stato di diritto, uno Stato attento a chi ha bisogno.

D. – C’è stato un accenno anche all’Anno Santo che Roma sta vivendo…

R. – Noi siamo stati investiti fin dall’insediamento, dal 1° novembre 2015, delle responsabilità legate ai programmi giubilari. E continueremo fino in fondo a esercitare questa responsabilità al meglio, cercando di realizzare tutto quello che è previsto dalla Conferenza Stato-Vaticano.








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