2016-05-23 15:13:00

Abbraccio Papa-Grande Imam di Al-Azhar. Tauran: educazione chiave del dialogo


Il “comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione”. Questi alcuni dei temi affrontati nell’udienza di Papa Francesco con lo Sceicco Ahmad Muhammad al-Tayyib, Grande Imam di Al-Azhar, ricevuto oggi in Vaticano. Lo Sceicco al-Tayyib, accompagnato dalla propria delegazione, è stato accolto e introdotto al Pontefice dal presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il card. Jean-Louis Tauran, e dal segretario dello stesso dicastero, mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot. Nel colloquio di circa 30 minuti, definito da una nota della Sala Stampa vaticana come “molto cordiale”, i due interlocutori hanno rilevato “il grande significato di questo nuovo incontro nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l’Islam”. Il Pontefice ha donato al Grande Imam il medaglione dell’ulivo della pace e una copia della Lettera Enciclica “Laudato si’”. Dopo l’udienza con il Santo Padre, lo sceicco al-Tayyib si è intrattenuto con il card. Tauran, assieme alle delegazioni. Giada Aquilino ha intervistato il porporato al termine dell’incontro:

R. – Si è svolto in un clima di grande amicizia. Non si è parlato del passato, ma del presente e del futuro. C’è un vivo desiderio, da parte dei nostri partner, di riprendere il dialogo. E se “risusciterà” la Commissione del 1998, penso che ci sarà un’intensificazione dei contatti. Quindi è stato un bel traguardo, in un clima di grande amicizia. Devo dire che personalmente non mi aspettavo tanto.

D. – Si è parlato del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, del rifiuto della violenza e del terrorismo…

R. – Certo, delle cose che abbiamo in comune. Siamo stati consapevoli che il nostro incontro sia un messaggio per i musulmani e i cristiani e specialmente quelli del Medio Oriente.

D. – Si è parlato, a tal proposito, anche della situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e della loro protezione: come?

R. – La necessità del dialogo e di evitare l’ignoranza.

D. – Al-Azhar, al Cairo, è l’ateneo che forma il più alto numero di imam sunniti, si parla di migliaia all’anno: quale messaggio trasmette, secondo il mondo cristiano?

R. – La necessità di unire la buona volontà di tutti i credenti, in modo tale che non ci sia più una società dove la violenza penetra in tutti i settori della vita, ma che tutti siano consapevoli che non possiamo essere felici gli uni senza gli altri e mai gli uni contro gli altri.

D. – In questi anni si corre il rischio di un deterioramento dei rapporti interreligiosi a causa delle brutalità commesse dal sedicente Stato Islamico e dell’estremismo islamico?

R. – La prima cosa alla quale dobbiamo porre rimedio è l’ignoranza; perché molti cristiani temono i musulmani, ma non li hanno mai incontrati e mai hanno aperto il Corano. E la stessa cosa per quanto riguarda la parte musulmana, che non hai mai preso abbastanza consapevolezza del contenuto del Vangelo. Questa situazione così contrastata è anche un appello ai credenti ad essere sempre più coerenti con la propria religione.

D. – Cosa è cambiato tra le due religioni rispetto agli ultimi anni?

R. – Il terrorismo ha indebolito molto i nostri sforzi: questo non si può negare. Però c’è anche la consapevolezza dell’importanza della cultura e dell’educazione: forse questa è la chiave per il futuro.

D. – Nei colloqui si è parlato di Ratisbona?

R. – No, assolutamente. Non si è parlato del passato. Questa è la volontà comune: ripartire e cominciare un nuovo capitolo.

D. – Quale cammino c’è davanti?

R. – La possibilità di far rivivere la Commissione del 1998, in modo da approdare sempre ad un canale aperto, dove far convergere informazioni, iniziative, ecc. Quindi una cosa molto concreta.

D. – La sua speranza?

R. – Che la buona volontà e il buon senso prevalgano sulla brutalità e il terrore.








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