“Sono sorpreso dal comportamento del presidente Duterte, per il quale non c’è stata alcuna provocazione”. Una fonte cattolica commenta così all'agenzia AsiaNews le ultime dichiarazioni del sindaco di Davao, vincitore delle elezioni del 9 maggio scorso, il quale durante una conferenza stampa è tornato all’attacco della Chiesa cattolica definendola “l’istituzione più ipocrita” al mondo.
La sfida al credo ed all'opinione della Chiesa
Il nuovo Presidente, che presterà giuramento il prossimo 30 giugno, ha continuato
criticando la Chiesa per essersi sempre opposta all’uso di contraccettivi e al controllo
delle nascite, atteggiamento che ha causato sovrappopolazione: “Io voglio solo tre
figli per ogni famiglia – ha dichiarato –. Sono cristiano, ma sono realista e so che
dobbiamo fare qualcosa per la sovrappopolazione. Io sfiderò il credo e l’opinione
della Chiesa”.
La risposta del vescovo mons. Cruz
Intervenendo sulla questione sollevata dal neo-Presidente, il vescovo emerito mons.
Oscar Cruz, ha risposto al politico dicendo che “se conosce dei casi di corruzione
dovrebbe rivelarli. La Chiesa non chiuderà certo per le sue rivelazioni”. La fonte
di AsiaNews afferma: “Duterte dice che qualche sacerdote o vescovo avrebbe chiesto
delle automobili, quando il suo ‘consigliere spirituale’ (anche leader di una setta
cristiana di Mindanao ndr) possiede un elicottero e un jet privato del valore di milioni
di dollari e nessuno dice niente su questo”.
Per la Chiesa il Presidente dovrebbe unificare il Paese
“Questi insulti diretti – continua – mi lasciano perplesso. Un Presidente non dovrebbe
offendere in modo così aperto. Anche se non fossero contro la Chiesa, queste parole
non dovrebbero esserci, e per di più non sono state provocate”. Secondo la fonte,
“si sa che Duterte ha qualcosa contro la Chiesa cattolica, ma come Presidente non
dovrebbe reagire in questo modo ‘da bar’. Il Presidente dovrebbe unificare il Paese,
non portare avanti una campagna che sembra personale, per qualche episodio accaduto
nel passato”.
Annunciata liberazione dell'ex Presidente Arroyo e riabilitazione dell’ex
dittatore Marcos
Durante la conferenza stampa, il neo Presidente si è espresso a favore della liberazione
dell’ex Presidente Arroyo, in carcere dal 2011 per corruzione, e la fonte spiega che
“molti dei collaboratori che Duterte sta scegliendo per il proprio governo sono ex
membri dell’amministrazione Arroyo”. Il sindaco di Davao ha anche dichiarato di voler
spostare le spoglie dell’ex dittatore Marcos nel “cimitero degli eroi” di Manila.
Morto in esilio nel 1989, Ferdinand Marcos è stato protagonista di uno dei capitoli
più bui della storia filippina. Suo figlio, Ferdinando Jr., è il candidato vice-presidente
di Duterte. (R.P.)
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