2016-05-26 14:38:00

India: Corte Suprema dà il via libera a ritorno del marò Girone in Italia


La Corte Suprema di Nuova Delhi ha stabilito di rendere esecutivo l'ordine del Tribunale dell'Aja di far rientrare in Italia il fuciliere di marina Salvatore Girone per tutta la durata del procedimento arbitrale. Il premier Renzi in un tweet ha auspicato la sua presenza per la festa della Repubblica del 2 giugno. Il militare è atteso, dunque, dalla sua famiglia nei prossimi giorni. Sulla possibile nuova fase nei rapporti diplomatici tra India e Italia, Daniele Gargagliano ha intervistato Matteo Miavaldi, caporedattore del sito di informazione China-files.

R. – La Corte Suprema indiana ha dato effetto alle direttive di una precedente sentenza del Tribunale arbitrale dell’Aja, nella quale si affermava che dovevano essere le autorità indiane a decidere quali fossero i termini per permettere al marò Salvatore Girone di fare ritorno in Italia fino al termine dell’arbitrato internazionale: un tempo stimato tra i due e i tre anni. Stamattina sono arrivate le quattro condizioni: in sostanza Girone dovrebbe ritornare in Italia tra pochi giorni. E questo era l’obiettivo primario di tutta la diplomazia condotta rispetto a questo caso.

D. – E intanto si chiede un impegno scritto da parte dell’Italia per assicurare il rispetto dei tempi…

R. – Sì, viene richiesto un cosiddetto “affidavit” da parte dell’ambasciatore italiano a Nuova Delhi; e un altro che dovrebbe sottoscrivere lo steso Girone impegnandosi a tornare, qualora l’arbitrato internazionale dia la giurisdizione del caso all’India. E poi ci sono due disposizioni di controllo: la prima è che Girone, una volta in Italia, dovrà fare rapporto alla polizia locale; rapporto che dovrà essere a sua volta mandato dalle autorità italiane a quelle indiane per tenere sotto controllo la situazione. Ovviamente Girone non potrà uscire dall’Italia. Soprattutto, la parte della sentenza che penso sia interessante è che Girone dovrebbe cercare di non influenzare i testimoni del caso, una volta in Italia, e di non maneggiare le prove. Si tratta di disposizioni abbastanza vaghe, ma la Corte Suprema tende in qualche modo a tutelarsi.

D. – La decisione della Corte di Nuova Delhi procede verso il disgelo dei rapporti tra India e Italia?

R. – Sì, decisamente. Bisogna anche calcolare che, almeno formalmente, per il governo indiano la questione dei marò è stata data a totale appannaggio del potere giuridico indiano, e non di quello politico. Quindi, ora che Girone tornerà e non sarà più in India, con La Torre che è già in Italia da oltre un anno, si spera che i rapporti bilaterali possano riprendere da un nuovo inizio. In ogni caso, si solleva un bel macigno dai rapporti bilaterali.

D. – Alla luce delle ultime elezioni locali in India, in cui il governatore che accusò i marò è stato sconfitto, emerge una linea di tendenza comune anche all’interno  dell’opinione pubblica indiana?

R. – Ritengo che l’esito delle ultime elezioni locali nel Kerala non abbia nulla a che fare con i marò, poiché nel Kerala ci sono 30 milioni di persone che hanno basato il proprio voto decisamente su altri elementi. La questione dei marò, infatti, a livello di opinione pubblica non interessa più nessuno; quindi le elezioni locali in questo caso non contano assolutamente nulla. L’obiettivo sia di Roma che di Nuova Delhi era quello di mettersi alle spalle questa situazione transitoria, con un militare italiano bloccato in India, e un processo di cui ancora non si sa nemmeno la data di partenza. Quindi, da questo punto di vista, le due diplomazie hanno operato molto bene. Da quando Girone rimetterà piede in Italia, la questione dei marò – probabilmente – sia a livello di opinione pubblica italiana che indiana, scomparirà.








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