La crisi scolastica in Senegal preoccupa i vescovi, che la scorsa settimana, riuniti in Assemblea plenaria, hanno discusso della necessità di un’educazione di qualità per i giovani, ma anche di formazione nei seminari, riforma del processo canonico per le cause di nullità del matrimonio e problemi di attualità. Incontrando la stampa, i presuli hanno poi rivolto un appello alle autorità senegalesi e gambiane perché si trovi una soluzione all’impasse diplomatico-commerciale dovuta all’aumento delle tasse di transito stabilito unilateralmente dal governo di Banjul lo scorso febbraio. L’arcivescovo di Dakar, mons. Benjamin Ndiaye, presidente della Conferenza episcopale, ha incoraggiato i governi a proseguire il dialogo, in maniera franca e fraterna, tenendo conto dell’interesse nazionale.
I problemi transfrontalieri tra Senegal e Gambia
In questi mesi le tensioni tra Banjul e Dakar sono cresciute poiché gli autotrasportatori
senegalesi si sono rifiutati di portare merci in Gambia, dovendo pagare, come tariffa
per il transito dei loro mezzi, non più 4mila franchi Cfa ma 400mila franchi. Il Gambia
divide in due il Senegal per due terzi e gli autotrasportatori senegalesi trovavano
conveniente attraversarlo per portare merci da una parte all’altra del Paese. Ora,
pur di non passare per la Transgambiana, i camion senegalesi percorrono una via più
lunga per raggiungere la Casamance, passando per Tambacounda, Vélingara e Kolda e
allungando di oltre 750 km. Il governo di Dakar, a sua volta, ha chiuso le frontiere
provocando proteste da parte di commercianti, pendolari e attivisti per i diritti
umani perché a causa del blocco dei trasporti, anche le merci destinate al Gambia,
comprese le derrate alimentari, sono ferme. I vescovi del Senegal esortano le parti
ad impegnarsi per una soluzione durevole.
La crisi scolastica
Nel corso della plenaria i presuli si sono soffermati a lungo sul problema dell’istruzione
scolastica evidenziando che è necessaria per tutti una formazione che prepari ad un
avvenire personale e a quello della nazione. “I vescovi si rammaricano per il persistente
disagio, le tensioni e i conflitti nelle scuole e nelle università che attentano ai
diritti degli studenti e dei giovani”, ha detto mons. Ndiaye, che ha invitato al senso
di responsabilità, al rispetto per il bene comune e alla preoccupazione per l’interesse
generale. I presuli, inoltre, hanno invitato insegnanti e governo a collaborare per
una porre fine a tale crisi.
Scuole cattoliche e Seminari
Circa l’insegnamento cattolico, malgrado le difficoltà, si registrano buoni risultati,
mentre per i seminari è emersa la necessità di armonizzare i programmi di studio e
di rispondere meglio alle grandi sfide della formazione sacerdotale. Alla plenaria
sono stati poi presentati i membri del nuovo esecutivo del Consiglio nazionale del
laicato, e proprio ai laici i vescovi hanno chiesto una presenza più responsabile
e più attiva nella Chiesa e nella società. (A cura di Tiziana Campisi)
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