2016-05-27 13:44:00

G7: crescita economica mondiale è priorità, migrazioni sfida globale


La crescita economica mondiale è una priorità, la crisi dei rifugiati necessita di una risposta globale ma i conflitti geopolitici, il terrorismo e i flussi migratori complicano lo scenario. E’ su questo intreccio tra obiettivi e minacce che i leader del G7 focalizzano la loro attenzione nel comunicato finale al termine del vertice tenutosi in Giappone. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La priorità è la crescita economica mondiale. Per questo “è necessario ogni strumento fiscale, monetario e strutturale” per sostenere la “domanda globale” ed evitare shock, come l’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Ma sono molteplici i fattori destabilizzanti. Per i leader del G7 una delle piaghe che condizionano la scena internazionale è il fronte dei conflitti. E sono soprattutto il Nord Africa e il Medio Oriente le regioni a destare maggiore preoccupazione.

Siria, Iraq e Libia
I leader mondiali, riferendosi alla Siria, chiedono alle parti in causa di rispettare la tregua e condannano le violazioni, soprattutto nella zona di Aleppo, da parte del regime siriano. Per quanto riguarda l’Iraq, si richiede all’esecutivo iracheno di “accelerare sulla strada delle riforme politiche ed economiche” e di “favorire un clima di riconciliazione nazionale”. Viene poi ribadito il sostegno, in Libia, al governo di unità nazionale di Sarraj, definito “il solo e legittimato” esecutivo libico.

Terrorismo
Altre gravi crisi che destabilizzano lo scenario mondiale sono legate al terrorismo. La pace e la sicurezza – scrivono i leader del G7 – sono minate dagli attacchi e dalle atrocità commesse dai miliziani del sedicente Stato islamico, da Al Qaida e da altre organizzazioni. La priorità è di bloccare le fonti di finanziamento. Per questo – si legge tra l’altro nel documento – i riscatti “non devono essere pagati”. Tra le sfide più urgenti, viene anche indicata quella di garantire la sicurezza dell’aviazione civile.

Migrazioni
Un’altra sfida cruciale che richiede “una risposta globale” è quella dei flussi migratori. Per i leader del G7 bisogna aumentare l’assistenza e sostenere i rifugiati. Ma si devono individuare le cause che alimentano tale fenomeno. Tra queste, sono indicate la fragilità, l’insicurezza, i flussi demografici e fattori economici ed ambientali. Si incoraggiano, infine, “l’ammissione temporanea” e gli schemi di ricollocamento “per alleviare la pressione dei Paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati”.

Il terrorismo è  una delle piaghe ricordate dai leader mondiali. Si tratta di un fenomeno che non si sradica solo attraverso operazioni militari. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco il presidente del Centro Studi internazionali Andrea Margelletti:

R. – Il terrorismo è la manifestazione di un disagio in numerose parti del mondo e non lo si può eliminare se non se ne eliminano le cause. Non è una questione tecnica che può essere sconfitta unicamente attraverso l’utilizzo delle forze di polizia o delle forze armate. L’eliminazione del terrorismo potrà avvenire soltanto – fermo restando che ho difficoltà ad immaginare che il terrorismo possa essere sempre e totalmente sconfitto – attraverso una serie di passi che dovranno riportare la politica al centro del dibattito internazionale. Non si deve prevedere soltanto l’utilizzo, a volte anche superficiale, delle forze armate.

D. – Secondo i leader mondiali, tra le priorità per sconfiggere il terrorismo c’è quella di bloccare le fonti di finanziamento. Per questo – si legge tra l’altro nel documento – i riscatti non devono essere pagati …

R. – Oggettivamente, il discorso sui riscatti che si fa da molti anni è straordinariamente ipocrita. Bisogna ricordare che pagano tutti! Ma il vero punto è: l’opinione pubblica che cosa desidera? O l’opinione pubblica dice: non si dialoga con nessuno, e se uno viene rapito lo lasciamo al suo destino e muore, oppure occorre negoziare. Altre vie non ce ne sono. Però bisogna avere il coraggio di dirle, le cose, altrimenti si chiede ai servizi di intelligence di risolvere un problema e, contestualmente, li si maledice per come l’hanno risolto. E questo – onestamente – non è serio.

D. – Un’altra sfida cruciale, secondo i leader mondiali, che richiede una risposta globale è quella dei flussi migratori. Migrazioni che in parte possono essere legate anche al terrorismo?  Il terrorismo può sfruttare le migrazioni? Anche qui occorre molta accortezza …

R. – Io credo che il vero problema sia quello della radicalizzazione nei Paesi in cui poi i migranti vanno a vivere, più che mettere il terrorista sul barcone, come alcuni vorrebbero. Ma è difficile pensare che un continente di circa 600 milioni di persone come l’Europa, un continente straordinariamente ricco di risorse umane, culturali, morali ed economiche, abbia difficoltà ad integrare qualche milione di persone. Il vero problema è che noi non abbiamo un’Europa politica, ma tanti Stati riottosi che non vogliono sentire i problemi degli altri.








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