Creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari, guardando in particolare alle questioni teologiche e morali: con questo obiettivo, il 24 e 25 maggio, a Londra, si sono riuniti quaranta tra vescovi, studiosi cattolici e analisti politici provenienti da diversi Paesi del mondo. “Il dibattito circa la proliferazione ed il disarmo nucleare è di fondamentale importanza – ha detto, in una nota, il cardinale Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles – ma tale riflessione deve essere guidata da considerazioni morali”.
Non dimenticare le implicazioni etiche
della proliferazione di armi nucleari
Gli ha fatto eco mons. Oscar Cantù, presidente della
Commissione episcopale Giustizia e pace della Chiesa cattolica negli Usa: “Il confronto
politico deve guardare al confronto morale – ha osservato – Abbiamo bisogno di educare
e responsabilizzare le nuove generazioni di leader cattolici sulle argomentazioni
etiche e politiche relative alla riduzione ed eliminazione delle armi nucleari”.
Promuovere maggiore consapevolezza sull’argomento
Sulla stessa linea anche mons. Marc Stenger, presidente
di "Pax Christi" in Francia, il quale ha sottolineato la necessità che i leader della
Chiesa “promuovano, presso il grande pubblico, una maggiore consapevolezza delle sfide
alla pace rappresentate dalle armi nucleari, fornendo così il giusto spazio a un dialogo
aperto sulla deterrenza di tali armamenti”.
Le responsabilità di politici e religiosi
All’iniziativa ha preso parte anche Des Brown, parlamentare
britannico già Segretario di Stato del Paese, che ha evidenziato: “I leader mondiali
sono responsabili della sicurezza dei loro cittadini, ma le comunità di fede hanno
la responsabilità di impegnarsi su questioni che sfidano e minacciano la nostra umanità
e, di fatto, la nostra stessa sopravvivenza”. L’evento è stato organizzato dai vescovi
di Inghilterra e Galles, Scozia, Germania, Austria, Francia e Stati Uniti. (I.P)
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