Una delegazione dell’Unione Europea ha visitato nei giorni scorsi in Terra Santa la regione di Beir Onah, nei pressi della valle di Cremisan. La “St. Yves” Society, Centro cattolico per i diritti umani, che difende i proprietari terrieri di Beir Onah e di Cremisan, ha illustrato ai componenti della delegazione la questione della costruzione del Muro di Separazione. La delegazione è stata accompagnata da padre Aktham Hijazin, parroco di Beit Jala, che ha informato i rappresentanti Ue della minaccia che grava sulle terre di Beit Jala, tra l’insediamento di Gush Etzion e quello di Har Gilo. L’espansione degli insediamenti potrebbe infatti portare alla confisca delle terre appartenenti alla città di Beit Jala. Padre Hijazin ha anche ricordato le preghiere quotidiane e le manifestazioni pacifiche tenute nella Valle di Beir Onah, che, si legge sul portale del Patriarcato Latino di Gerusalemme, vengono ogni volta duramente represse dall’esercito israeliano.
Le missioni Ue e il Muro nella valle di Cremisan
Le diverse missioni dell’Ue non hanno mai smesso di
condannare la costruzione del muro di separazione e l’espansione degli insediamenti
oltre i confini del 1967, esprimendo preoccupazione per il tracciato del muro e per
l’illegittimità di quest’ultimo sulla base al diritto internazionale. Incontrando
il capo delegazione del Servizio europeo per l’assistenza ai palestinesi Ralph Tarraf,
il patriarca Fouad Twal ha osservato che non è la sicurezza il vero motivo della costruzione
del muro nella Valle di Cremisan, “c’è infatti più violenza sull’altro lato del muro
di Gerusalemme. Questo muro non è un muro di protezione”. (T.C.)
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