2016-05-31 15:29:00

Uccisione Sara. Parsi: delitto che chiede serio cambiamento


“Non sopportavo che fosse finita”: si sarebbe "difeso" così Vincenzo Paduano, dopo aver confessato il barbaro omicidio a Roma di Sara Di Pietrantonio, la sua giovane ex fidanzata. Un delitto che lascia sgomenti per la violenza e la determinazione e dimostra, ancora una volta, l’immaturità di un uomo di fronte al fallimento di una relazione, immaturità che si trasforma in rabbia, frustrazione e, in un numero di casi rilevante, vendetta fino all’omicidio. Sentiamo, al microfono di Adriana Masotti la scrittrice, psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi:

R. – Sono miliardi di anni, dacché ci sono culture e civiltà, che le donne patiscono queste persecuzioni; è che però adesso queste persecuzioni non possono più essere perpetrate: non si può più, non si deve più! Noi siamo arrivati a un punto decisivo sulle leggi, sui diritti umani, sulla legalità dal quale non si può tornare indietro. Invece, questi delitti – giustificati dal fatto: “Mi voleva lasciare, sono impazzito di dolore” – questi tipi di violenze, vanno denunciati, vanno limitati e vanno penalizzati. Sono persone che intanto devono espiare quello che hanno fatto, comprendendo le ragioni per cui l’hanno fatto, e poi devono essere curate. Quindi, un’assoluta severità per queste situazioni: abbiamo avuto, fino a 40 anni fa, il delitto d’onore! Da miliardi di anni, gli uomini non accettano il rifiuto da parte delle donne; soprattutto la perdita del controllo sui loro corpi, sulla loro sessualità: bisogna che i maschi riflettano su questa loro fragilità e si comportino di conseguenza, non abusando del potere.

D. – Immagino che qualcosa si potrebbe fare per cambiare: sul piano educativo, culturale …

R. – Io credo che da sempre le donne abbiano tentato una strada per esprimersi. Negli ultimi 100 anni, di più, lottando per i loro diritti. E poi ci sono tanti uomini di buona volontà che questo lo sanno benissimo, perché le donne le amano. Ecco, da quel maschilismo maligno, da quel narcisismo maligno gli uomini e le donne si possono riscattare unendo le loro forze per considerarsi paritari nei rapporti rispetto alla legge, rispetto alla vita. E con la considerazione, però, che le donne meritano – proprio perché danno vita alle forme della vita – un’attenzione particolare, e non in nome di una fragilità falsamente intesa, ma in nome di una possibilità: quella di mettere al mondo dei figli. Non solo come madri, ma anche come persone capaci di dare vita a tanti pensieri, a tante idee, così come fanno gli uomini.

D. – Alle ragazze, all’inizio di una relazione, che cosa possiamo consigliare? Per esempio a riconoscere i segnali di un’eventuale violenza …

R. – Indubbiamente, fare attenzione a questi segnali: quando vengono picchiate, quando vengono insultate, quando c’è una gelosia e una possessività. Queste sono figure da evitare immediatamente. E’ molto importante per le donne, soprattutto, capire bene che tipo di scelte sono disposte a fare e che tipo di contesto culturale c’è ancora, nel nostro Paese.

D. – Si dice spesso che la donna deve chiedere aiuto subito, in caso di necessità, non sperare che l’altro cambi. Ma è sufficiente, poi, l’aiuto che ricevono?

R. – No! Ricevono consigli inversi: “Se lo denuncia lo rovina”, “Faccia attenzione”, “E’ proprio convinta di farlo?” … Poi si incomincia a fare una serie di cose per cui vieni contro-denunciata quindi devi dimostrare che sei stata perseguitata… No. Io penso che si debba cambiare, collegarsi con le associazioni delle donne, parlare con donne che hanno avuto queste esperienze, mettersi in rete: il “Telefono rosa” … ci sono delle realtà con le quali si può lavorare. Quando c’è un problema di questo genere, oltre che alla famiglia, oltre che alle forze di polizia – alle quali andrebbe fatto un cambiamento – è importante rivolgersi a realtà che tutelano le donne e operano su tutto il territorio nazionale: almeno c’è una forza maggiore.








All the contents on this site are copyrighted ©.