2016-06-03 16:47:00

Amministrative2016: andare a votare per il bene comune


Appello ai futuri sindaci

"Auguro ai futuri sindaci, spiega mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, Carità, Missione e l'Azione sociale dell'Arcidiocesi di Milano, che siano capaci di attraversare il quotidiano della gente raccogliendo le energie che anche il cambiamento in atto è capace di produrre e chiedo che sappiano convogliare queste energie in progetti condivisi che aiutino Milano a vedere il futuro". "Nel nostro territorio, prosegue don Tonino Palmese, VIcario della Carità, Giustizia e Pace dell'Arcidiocesi di Napoli, credo valide e contemporanee le parole di don Milani: "Fai strada ai poveri senza farti starda". Da noi, a Napoli, c'è questo grande pericolo, che i poveri siano l'unico destinatario elettorale perchè magari vengono irretiti con grandi promesse o addirittura con pagamenti sottopango". "Chiediamo al futuro sindaco di Roma, prosegue Lidia Borzì, presidente provinciale delle ACLI di Roma che hanno scritto una lettera aperta al futuro sindaco della capitale, di non fare parti uguali tra diseguali. Perchè la città di Roma ha fortissime disuguaglianze sociali e servono politiche che possano colmare questa differenza". "Chiedo, inoltre, al futiro sindaco di Roma di mantenere i piedi nel territorio, di stare in mezzo alla gente, di scoltare e di non sparire, perchè è importante mantenere il contatto con la gente in tutta la città. Roma è grande, ed anche fuori il Raccolrdo anulare i cittadini devono sentire la vicinanza del Campidoglio".

L'importanza di votare  

"E' un modo per vivere la carità cristiana. E' il nostro modo di aiutare tutti, assicurando a tutti gli eletti, afferma mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, Carità, Missione e l'Azione sociale dell'Arcidiocesi di Milano, che staremo accanto a loro, perchè l'essenziale non è solo votare ma stare vicino ai politici perchè facciano ciò per cui li abbiamo votati". "Penso che il migliore augurio che si possa fare, sia proprio quello di tornare a fare quello che il loro mestiere di politico chiede. Di mettere insieme la gente, di aiuitarla, di riconoscere l'altro come un capitale, un bene, quello che il Papa ci continua a dire: e cioè che i migranti non sono un pericolo ma sono in pericolo, perchè abbiamo smesso di considerarli come persone". 

Politiche solidali assenti

"La gente fa fatica a capire che la politica è una cosa che riguarda tutti e che il legame tra le persone e il bene comune, che tutti dobbiamo difendere, è il motivo per cui il Consiglio episcopale milanese, prosegue mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, Carità, Missione e l'Azione sociale dell'Arcidiocesi di Milano, già a gennaio aveva incitato, con un documento, i credenti a capire che è un compito cristiano quello di occuparsi del legame di tutti e di impegnarsi direttamente in politica, non solo candidantosi, ma impegnandosi a seguirla, anche a tallonare da vicino i politici una volta eletti, per vedere se il programma presentato è rispetatto". "Il problema è come costruire un soggetto comune anche perchè tutti ragioniamo convinti che sia importante difendere casa nostra, un bene privato, e quello che chiediamo agli altri è di difendere questo bene". "Per il resto concediamo spazi che non riconosciamo più, che invece è lo spazio delle relazion i pubbliche. Il problema è che siamo tutti condizionari e la relazione si vede subito con il problema dei profughi che deve diventare un problema che riguarda la politica europea con un intervento simile a quello del piano Marchall per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. E' increduibile la paralisi con cui guardiamo e siamo spettatori su ciò che avviene nel Mediterraneo e in Libia". "A MIlano, la situazione è paradossale. Per tanti versi è una capitale europea, come Expo ha dimostrato. Ma quando si mette a ragionare di politica sembra ancora un paesino dei comuni medioevali, per cui ripiegato su stesso, è incapace di vedere le potenzialità che uno sguardo più aperto consentirebbe. E' chiaro che in questo momento, mancando strumenti, la paura la fa da padrona". "In campagna elettorale si vedono politici che attraversano le periferie, che fanno grandi dichiarazioni. A Milano c'è la grande battaglia, che davvero potrebbe diventare una grande battaglia politica per il bene comune, delle ex aree ferroviarie attialmente dismesse che potrebbero diventare strumenti per creare integrazione nei quartieri semiperiferici perchè, ormai, le periferie milanesi non sono quelle esterne, ma sono a macchia di leopardo tra il centro e la zona dei bastioni". "Zone, conclude mons. Bressan, che sono diventate piccoli ghetti. Avremmo la possibilità di lanciare nuove integrazioni ma nessuno si mette a studiare come fare".

La campagna elettorale

"E' così anche per Napoli", continua don Tonino Palmese, VIcario della Carità, Giustizia e Pace dell'Arcidiocesi di Napoli. "Mi permetto di ricordare che ogni volta che ci sono le elezioni, ci sono due peccati, quello della mancanza di progetto e continuità. Su queste due cose abbiamo, come dire, un ritado terribile. Lavoriamo con una estemporanietà spaventosa". "Basti pensare che ogni volta che c'e uno sbarco di migranti, come Chiesa di Napoli siamo puntualmente chiamati dalla Prefettura per sentirci chiedere: 'avete degli spazi?' Allora, voglio dire, perchè in tutti questi anni, anzichè porre la domanda avete degli spazi, e non ce li abbiamo più, non abbiamo unito le forze pre creare questi spazi? Oggi sapremmo come e dove accogliere". "Un piccolo esempio per dire la frustrazione che noi viamo ogni volta che siamo chiamati, quasi che fossimo padroni gelosi di beni che non vogliamo mettere a disposizione e ogni volta dobbiamo rispondere la stessa cosa". "Tutto questo tempo bastava per programmare e progettare soluzioni comuni ai fini dell'accoglienza. In questo periodo elettorale, poi, vengono visitate le periferie. La gente è stanca e non a caso c'è il grande partito dell'astensionismo che è il vero partito che potrebbe decidere le sorti dell'Italia, ma sappiamo che chi non vota fa sempre male". "Caserme che potrebbero diventare luoghi ideali per alloggi e che noi potremmo sostenere, noi come società civile e Chiesa, con giovani e persone, con la possibilità di far diventare perfino lavoro e non disagio, quello che potrebbe diventare l'accoglienza". "Ovviamente è un discorso per dire l'importanza dell'esserci, non con la presuinzione, non con la vanaglorioa. Su questo dovrebbe esserci un ragionamento. La Chiesa non può sempre supplire. Supplenza che con certe persone può diventare persino complicità".

"Paradossalmente, la riorganizzazione dello Stato, prosegue mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, Carità, Missione e l'Azione sociale dell'Arcidiocesi di Milano, fa si che perda legami con il territorio. La Chiesa ha il grande dono del reticolo parrocchiale che le permette di sentire il cuore della gente e nello stesso tempo raccogliere energie".  

 

 








All the contents on this site are copyrighted ©.