2016-06-05 08:30:00

Giubileo Misericordia: a Capua, inaugurata "la casa dei nonni"


E’ stata inaugurata lo scorso 20 maggio e a frequentarla sono già un centinaio di anziani. E’ “La casa dei nonni” di Capua, in Campania, un centro diurno voluto come opera di Misericordia in quest’anno giubilare. La struttura, chiamata “Casa Sacro Cuore”, è stata donata da privati all’amministrazione comunale ed è stata realizzata - nell’ambito delle opere di misericordia dell’Anno Giubilare - grazie alla collaborazione di diverse istituzioni, fondazioni e associazioni. A gestirla sono dei volontari insieme a don Gianni Branco, parroco delle parrocchie del centro storico di Capua, dove si trova “La casa dei nonni”. Tiziana Campisi lo ha intervistato:

R. – Ci siamo resi conto che, soprattutto nel centro storico, la situazione più emergente era quella dei nonni, cioè quella delle persone anziane che per motivi diversi vivono da sole in casa, che hanno un reddito troppo basso per potersi permettere servizi stabili in casa. E questo ci ha fatto nascere il pensiero di realizzare per loro un Centro diurno, nel quale possano trascorrere la giornata, avere accesso a una serie di attività, soprattutto di socializzazione, di dialogo, musica, canto, attività laboratoriali, qualcosa che li facesse stare bene, in compagnia ed esprimesse uno spirito di famiglia. E mi sembra che sia la risposta più bella e più significativa alle loro aspettative.

D. – Com’è organizzato questo Centro diurno?

R. – Il Centro è stato pensato, per la gestione, con il contributo di volontari; è su tre livelli, ha degli spazi interni, dei cortili, un piccolo giardino, tre grandi sale, una sala da pranzo, che può essere utilizzata anche per momenti di festa, ha una bella cucina attrezzata e anche due piccoli appartamenti che possono sopperire a necessità improvvise, a situazioni di estremo disagio da parte di persone anziane che si trovino momentaneamente senza abitazione, senza sostegno.

D. – La “Casa dei nonni” è un’opera di misericordia nell’ambito dell’Anno giubilare. Come sta vivendo la diocesi questo Giubileo?

R. – Il Giubileo della Misericordia, fin dalle prime battute, si è connotato non come un Giubileo liturgico. Certo, i momenti assembleari, le celebrazioni eucaristiche, la possibilità di accostarsi stabilmente al Sacramento della Riconciliazione, chiaramente sono parte integrante del cammino giubilare; però, il Giubileo si è connotato come un Giubileo della carità e si è immaginato, appunto, di realizzare questa casa nella quale anche gli anziani potessero avere risposte concrete, immediate ai loro bisogni primari, soprattutto il bisogno di dialogo, di relazione, di ascolto e, non marginalmente, il bisogno di coccole …

D. – La “Casa dei nonni” è stata inaugurata da poco; com’è cambiato l’umore degli anziani?

R. – Mettere l’anziano al centro della pastorale è solo un piccolo segmento, perché, in realtà, l’idea di fondo di una pastorale rinnovata ha come centro la famiglia nella sua globalità. Ciascuna famiglia deve diventare protagonista della vita della comunità; ciascuna famiglia dev’essere posta al centro della vita della comunità e, portando al centro le famiglie, portiamo al centro anche bambini, ragazzi, adulti, anziani, con quella straordinaria capacità che ciascuno porta con sé nel cuore, con la risorsa umana, psicologica, intellettuale, affettiva, volitiva e anche con le problematiche che accompagnano la nostra vita. Quindi, la casa è solo un ulteriore segmento di un progetto un po’ più ampio che ha come titolo “Capua, città solidale”, cioè una città che si prende cura di sé, una città che non attende salvatori che vengano dall’esterno, ma che sa di doversi rimboccare le maniche per offrire anche un servizio concreto a quelle situazioni di maggiore bisogno, con le proprie risorse e le proprie energie. Le famiglie che si prendono cura delle famiglie: questa è l’idea fondamentale.








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