2016-06-06 14:23:00

Don Di Noto: su abusi, Francesco dà segnale di chiarezza


Ha suscitato e suscita molta attenzione il recente Motu proprio col quale di Papa Francesco ha stabilito che i vescovi negligenti riguardo ad abusi sessuali compiuti su minori dal clero saranno rimossi dal loro incarico. Una scelta che mostra il volto materno della Chiesa, commenta don Fortunato Di Noto, da anni in prima linea contro la pedofilia, al microfono di Luca Collodi:

R. – Questo è un segnale importante, un segnale forte, un segnale che va al di là della burocratizzazione dell’abuso. Qui stiamo parlando di comportamenti morali: cosa vale di più, il diritto o la morale? Allora è un segnale chiaro, molto forte: una Chiesa amorevole, una Chiesa che accoglie, una Chiesa che protegge e quindi i pastori, gli ordinari che sono nelle varie diocesi non possono fare altro che i pastori. Dobbiamo smetterla di salvaguardare l’istituzione e magari penalizzare le persone che hanno subito abusi da parte di sacerdoti o da parte di religiosi o da parte anche – io aggiungerei – di catechisti. Certo, sono responsabilità personali, per carità di Dio, non è che qui stiamo dicendo che la struttura abbia responsabilità, ma ha responsabilità nella misura in cui però favoreggia, nasconde, sottovaluta. Ecco, io credo che oggi con il Motu proprio, con questa nuova aggiunta che già era presente nel Diritto canonico riguardo agli abusi che possono compiere i pastori, credo che questo dia un’aggiunta in più in una lotta chiara, determinata. Ci sono state diocesi che hanno venduto tutto per risarcire i danni... Capisco la manipolazione, capisco le eventuali possibili questioni legate al business di alcuni avvocati o vittime, però stiamo parlando sempre di vittime.

D. – Nella difesa dell’infanzia, c’è anche l’importanza di una formazione del clero e delle comunità cristiane …

R. – Quello è fondamentale. Io mi appellerò sempre al buon senso. Non ci può essere una diocesi che non attui nella pastorale ordinaria anche percorsi di formazione attraverso le commissioni famiglia, attraverso le commissioni che si occupano della vita umana, della bioetica… Oggi i sacerdoti, come anche i religiosi ma come anche i fedeli cristiani, hanno bisogno di chiarezza, hanno bisogno di capire come poter agire affinché non avvengano gli abusi. Il problema della formazione è di fondamentale importanza. Mi rendo conto che quando vado nei seminari, quando vado in alcune diocesi, quando alcune diocesi ci invitano a fare dei corsi di formazione o anche un convegno, questo mostra una sensibilità dei vescovi, da una parte, e non soltanto dei vescovi. Ma dall’altra parte è un aiuto, una luce, un’illuminazione, a significare che andiamo a fare non la caccia alle streghe, ma a dare forza e coraggio a chi si occupa di bambini.

D. – Il quadro della pedofilia non riguarda solo la Chiesa ma tutta la società; un fenomeno purtroppo ancora in aumento?

R. – Io parto da un solo dato: questa mattina abbiamo denunciato diversi video nei quali sono coinvolti – ahimé, in una maniera tragica – neonati: neonati! Cioè, stiamo dicendo che vengono abusati neonati. Oggi, proprio stamattina... Ma non uno: decine di situazioni legate a questi abusi. Il problema dell’abuso è un problema veramente globale e complesso; è un problema che deve entrare nelle agende politiche, è un problema che deve far sì che il mondo, gli uomini di buona volontà inizino a pensare sul serio che non è soltanto lo scivolone di qualcuno, ma qui ci sono anche organizzazioni pedocriminali che sfruttano l’innocenza, che sfruttano i corpi, che vendono le fotografie, che videano e vendono, attraverso circuiti economici online, questo materiale! E’ un fenomeno globale: milioni e milioni di bambini coinvolti nel mondo, si parla di circa 10 milioni di bambini coinvolti nel mercato della pedopornografia o coinvolti nell’abuso sessuale pedofilico…








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