2016-06-08 14:23:00

Estradato il boss della tratta. Suor Gandini: disprezzano le vittime


L’arresto del trafficante di uomini eritreo, e la sua estradizione in Italia, indicano l’assoluta importanza della cooperazione internazionale. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, illustrando  l’indagine che ha condotto alla cattura di un individuo il cui ruolo è ritenuto dagli inquirenti “fondamentale nella cabina di regia di un network criminale che movimenta milioni di euro". Servizio di Francesca Sabatinelli:

Il suo è il disprezzo totale della vita delle vittime del traffico: Merhawi Yhdego Mered è senz’altro un soggetto senza scrupoli. La polizia racconta così il 35enne eritreo arrestato alla fine di maggio in Sudan ed estradato la notte scorsa in Italia. E’ ritenuto tra i principali boss della tratta di migranti, la Procura di Palermo gli dava la caccia da tempo, e di lui ha seguito l'attività nell’organizzazione di viaggi via mare verso le coste siciliane. Era lui stesso a tenere i contatti con i trafficanti della ‘rotta terrestre’, nonché con i complici in Europa, soprattutto nei Paesi Bassi e in Scandinavia. Suor Valeria Gandini, missionaria comboniana, da 27 anni accompagna nel percorso di recupero le vittime di tratta e ora vive a Palermo:

R. – I trafficanti fino adesso sono persone libere: hanno documenti, hanno soldi, non vengono perseguiti e non vengono puniti. Fino ad oggi, a pagare per tutto questo traffico, sono le vittime della tratta, che vengono portate e scaricate in Italia, in Europa o in altri Paesi, e avviate alla prostituzione, la maggior parte di loro. Non hanno voce, non hanno soldi, non sanno parlare, sono impaurite, perché sono continuamente minacciate. E’ una vergogna per tutti noi. E’ ora che gli sfruttatori e padroni di queste ragazze vengano puniti.

D. – La polizia ha dichiarato che quest’uomo ha manifestato un assoluto disprezzo nei confronti della vita, delle vittime del traffico. Che cosa vi raccontano le vittime?

R. – Non hanno neanche più la forza di parlare, sono obbligate a tacere, a soffrire e a morire. Le vittime non hanno diritto alla vita, non hanno diritto di vivere. Il disprezzo della vita è nel cuore degli sfruttatori e dei mercanti di esseri umani. Loro vogliono solo i soldi e le vittime non costano: ne muore una, ne tirano fuori un’altra. Il pieno disprezzo della vita è qui e noi, che avviciniamo queste vittime, lo tocchiamo con mano.








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