Rafforzare il coordinamento delle 14 Caritas che operano in Africa. È questo lo scopo della riunione apertasi ieri a Parigi, alla quale partecipano una cinquantina di persone, di cui 11 vescovi, provenienti da 15 Paesi. Secondo quanto riferisce l'agenzia Fides, la riunione, che si concluderà domani, segna l’avvio della seconda fase del programma di coordinamento lanciato nel 2006. La prima fase intitolata “Sviluppo istituzionale e rafforzamento organizzativo” si è conclusa quest’anno. La seconda fase, destinata a concludersi nel 2018, avrà un costo di 2,5 milioni di euro, coperti al 60% dall’Agenzia francese di sviluppo.
Una formazione per migliorare la gestione dei progetti
Responsabili e operatori delle Caritas interessate riceveranno una formazione per
migliorare la gestione dei progetti, sia sul piano umano e amministrativo che finanziario.
Le Caritas partecipanti sono quelle di Senegal, Burkina Faso, Mali, la Costa d’Avorio,
Togo, Benin, Niger, Ciad, Centrafrica, Congo Brazzaville, Madagascar, Burundi, Comore,
Repubblica Democratica del Congo.
Essenziale il ruolo della Caritas nei Paesi in crisi politica e socio-economica
Diversi di questi Paesi sono stati attraversati da serie crisi politiche e socio-economiche,
nelle quali le strutture della Caritas hanno avuto un ruolo essenziale per assistere
le popolazioni coinvolte. È il caso della Costa d’Avorio, tra il 2002 e il 2011 divisa
in due, tra la zona controllata dal governo e quella in mano ai ribelli. In questo
caso le squadre di Caritas Costa d’Avorio avevano l’autorizzazione a spostarsi da
una zona all’altra, per portare assistenza e contribuendo a tenere i contatti tra
le due realtà. (L.M.)
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