2016-06-08 14:20:00

Rapporto Save The children: adolescenti una risorsa di crescita


Nel 2015, i minorenni in Italia sono il 16,6%, il tasso di natalità è sceso all’ 8% e i nuovi nati sono stati solo 488.000, toccando il minimo storico dall’Unità d’Italia. Questi sono alcuni dei dati che emergono dal 9° Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia, presentato questa mattina a Roma e realizzato dal Gruppo di lavoro di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e coordinato da Save the Children. Il servizio di Marina Tomarro:

Sono oltre 2milioni 293 mila, gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni che vivono in italia, di questi oltre 180mila stranieri. Il 92% passa la maggior parte del tempo giocando con il telefonino, il 63% di loro fanno uso di alcool, droghe leggere e tabacco mentre il 50% ha subito episodi di bullismo e cyberbullismo. Sono questi alcuni dei  dati che emergono dal 9° Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia. Ascoltiamo la coordinatrice Arianna Saulini: 

R. – Quest’anno abbiamo dedicato l’introduzione del Rapporto all’adolescenza e in particolare alla fascia dai 14 ai 18 anni, proprio a sottolineare la necessità di un cambiamento di rotta: vedere gli adolescenti non solo come un problema e quindi non solo negli aspetti di conclamata sofferenza, che ci riportano alcuni dati rispetto – appunto – all’utilizzo dei social network, alla sedentarietà, al problema dell’utilizzo di droghe; ma vedere i giovani come opportunità e quindi la necessità di investire negli adolescenti con politiche adeguate. Preoccupano alcuni dati, che sono quelli della transizione dal mondo della scuola al mondo del lavoro - in Italia c’è un tasso di dispersione scolastica che è il più alto tra i Paesi europei – e soprattutto preoccupano quei giovani che sono i cosiddetti “neet”, quei giovani cioè che non sono impiegati, che non lavorano, che non frequentano un corso di formazione e che non vanno a scuola. In Italia sono oltre due milioni e quindi rappresentano una percentuale significativa della fascia di età tra i 15 e 29 anni e per loro è urgente prevedere delle misure.

D. – Il Rapporto esce anche in concomitanza con il 25.mo anniversario della ratifica della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ma in che modo le politiche dovrebbero aiutare maggiormente i minori?

R. – Anzitutto noi chiediamo sempre di porre nuovamente al centro la politica per l’infanzia: in Italia c’è un problema di governance, che avevamo già evidenziato negli altri rapporti, perché le politiche dell’infanzia sono di competenza dei diversi ministeri e rendono difficile e alle volte lungo l’iter per l’approvazione di quelli che sono i documenti guida; e c’è anche una necessità di risorse e di investire più nei giovani nel nostro Paese. Il piano nazionale infanzia ci auspichiamo possa essere veramente approvato prima dell’estate, ma sarà importante vedere se poi le azioni che sono in esso previste verranno attuate e se verranno dedicate delle risorse a questo. 

Nel Rapporto viene messo in luce come tanti principi enunciati nella Convenzione non abbiano ancora trovato piena applicazione in Italia e  per questo  vengono suggerite 143 raccomandazioni rivolte alle Istituzioni per riflettere su come il cammino sia ancora lungo. Ascoltiamo il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti:

R. - Noi abbiamo predisposto un piano per le politiche dell’infanzia che è all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri. Quindi cosa fare nel tempo lo abbiamo piuttosto chiaro. Siamo partiti da un punto, la lotta alla povertà nei nuclei famigliari con presenza di minori, perché sappiamo che se in quella condizioni si perdono le occasioni, le condizioni per poter avere alla pari di tutti gli altri queste opportunità, poi per tutta la vita questo tipo di problema si riproduce. Quindi per noi la scelta è molto chiara: oggi e domani insieme alle politiche per l’infanzia dobbiamo gestire un tema che è tutto sociale che riguarda la lotta alle povertà, la emarginazioni, i temi dell’inclusione che naturalmente hanno bisogno di qualche tempo per essere realizzati, ma che noi stiamo mettendo all’ordine del giorno, presenti in Parlamento e che cerchiamo di costruire in rapporto con le comunità locali perché siamo convintissimi che queste politiche si fanno nel territorio, si fanno vicino alla persone e alle famiglie.

E fondamentale diventa difendere i diritti di quella infanzia più a rischio, come i tanti minori stranieri non accompagnati. Ascoltiamo l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano:

R. - Quando si parla di infanzia, ma anche di adolescenza tutto è urgente. In questa fase storica ci sono categorie in condizioni di particolare vulnerabilità e fragilità; penso ai minori stranieri non accompagnati. La mia urgenza in questo momento è focalizzare l’attenzione su questa categoria di particolare vulnerabilità, ma non solo.








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