2016-06-09 13:04:00

Convegno in Vaticano sulla lebbra: ancora troppi pregiudizi


Nonostante la prevenzione e la cura, ogni anno circa 200 mila persone sono colpite dal morbo di Hansen, più conosciuto come lebbra. E ancora oggi ci sono troppi pregiudizi nei confronti di questa malattia. Di questo si è parlato oggi in Vaticano, in un convegno organizzato tra gli altri dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e dalla Fondazione Nippon. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica alla vigilia del Giubileo degli ammalati. Alessandro Guarasci:

La lebbra è provocata da un batterio, nemmeno troppo contagioso e debellabile con un antibiotico, che però può colpire se le difese immunitarie si abbassano. Malnutrizione e scarsa igiene favoriscono tutto questo. Una malattia debellata in Occidente ma ancora viva nei paesi più poveri. Fin dall’antichità i malati di lebbra sono stati emarginati, allontanati dalla società. E purtroppo, ancora oggi, queste discriminazioni sono difficili da combattere. Il card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

“Per molte delle popolazioni colpite dalla lebbra, lo stigma morale e le pratiche di esclusione appartengono a un retaggio che si fa ancora fatica a debellare”.

Circa 200 mila le persone colpite ogni anno, che però se curate in tempo e con i farmaci giusti possono guarire. Dominique del La Rochefocauld Montbel, Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta:

"Credo che la situazione attuale ci induca ad essere allertati. Ovviamente, il morbo di Hansen è considerato, oggi, come un’endemia regionale, ma questo è fonte di grave preoccupazione perché si tratta di persone, non di numeri. Sempre meno sono le persone a cui si diagnostica la malattia e questo ci fa sperare che questa malattia stia retrocedendo; ma ciò nonostante, ogni anno si scoprono centinaia  di migliaia di persone che hanno questa malattia, e stiamo parlando di vite completamente distrutte. Ecco perché penso che la consapevolezza sia estremamente importante e che dobbiamo mantenerla alta. Questo simposio, che riunisce molte professionalità nel campo, è una buona occasione per richiamare questa consapevolezza e per unire le forze nella lotta per sradicare completamente questa endemia".








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