2016-06-09 14:33:00

La Cappella Sistina nelle immagini fisse e mobili. Convegno ai Musei Vaticani


Le rappresentazioni della Cappella sistina di Michelangelo dalle prime incisioni alla fotografia, dal cinema alla televisione, fino al social network. Questo il tema della giornata di studi che si svolge oggi presso i Musei Vaticani.  L’evento è stato curato dal prof. Tommaso Casini, docente dell’Università Iulm di Milano, dal giornalista Nino Crescenti e dalla responsabile della Fototeca dei Musei Vaticani, Paola di Giammaria. Il servizio di Elvira Ragosta:

E’ una lunga storia di immagini, fisse e in movimento, quella delle riproduzioni della Cappella Sistina. Vera e propria fortuna iconica diventata uno dei fenomeni più suggestivi del nostro tempo. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

“E’ dal ‘500 che i murali di Michelangelo sono stati riprodotti e, oggi, dai social media a YouTube, ai grandi documentari delle varie televisioni internazionali, la Cappella Sistina è entrata in immagine nelle case delle donne, degli uomini di tutto il mondo. Questo è un fenomeno planetario che fa capire la straordinaria fortuna iconica che quegli affreschi hanno avuto”.

Le prime forme di traduzione della Cappella Sistina risalgono al 1512, all’apertura della volta, poi, dalla metà dell’Ottocento, la tradizione incisoria si intreccia con la fotografia, un nuovo mezzo di riproduzione. Foto che sono ancora in bianco e nero, ma che rispetto alle incisioni presentano elementi di novità, come la possibilità di passare dalla visione generale alle inquadrature sul particolare. Paola di Giammaria, responsabile della Fototeca dei Musei Vaticani:  

“Dalle prime campagne fotografiche in Sistina degli anni ’60, ’70 dell’Ottocento, fino alle prime pellicole a colori negli anni ’40 e poi alle avanzatissime tecniche digitali di oggi, è un percorso affascinante, alla scoperta di un Michelangelo mediato dai fotografi. La fotografia dà il là a quello che poi diventerà il mondo delle immagini, che poi con le immagini in movimento è diventato il cinema”.

Poi le riprese video. E’ datato 1961 il primo documentario Rai sulla Cappella Sistina. Sarà l’inizio di una serie ininterrotta di programmi di informazione e cultura. In occasione del grande restauro del 1984 il giornalista e autore Rai Nino Criscenti sale su uno dei ponteggi per documentare l’evento:

“I restauratori stavano finendo di pulire le lunette ed io sono andato a vedere che cosa succedeva, come veniva restaurato Michelangelo. Era una grande impresa, ma anche un grande problema, un grande interrogativo: si mettevano le mani su un’opera somma della civiltà occidentale, della civiltà umana. E’ cominciato nell’’84 un ciclo di lavori: Michelangelo è entrato negli schermi televisivi. Era stato sulla Rai 20 anni prima, esattamente nel ’64, quando Gian Maria Volontè interpretò Michelangelo in un bellissimo sceneggiato del regista Silverio Blasi. Poi, però, era rimasto da parte ed è stato ripescato con il restauro. Questa grande impresa, quindi, ha permesso di far scoprire alle grandi masse televisive dei telespettatori Michelangelo e il Michelangelo della Sistina”.

La macchina da presa entra per la prima volta nella Cappella Sistina alla fine degli anni Trenta con immagini utilizzate in un film dell’Istituto Luce. Tommaso Casini Docente di Museologia dell’università Iulm:

“Da lì nasce una lunga storia che giunge appunto fino ai nostri giorni e che ha oltre 100 titoli di film dedicati a Michelangelo, alla Sistina, e tra questi 100 titoli abbiamo individuato quei contatti tra la cinematografia e la critica d’arte. Nomi importanti che hanno espresso una ekphrasis sugli affreschi, in una forma diversa da quella della parola scritta, sono Carlo Ludovico Ragghianti, nel 1964, Luigi Moretti, il celebre architetto, e, negli anni ’70 e ’80, tantissimi nomi della critica internazionale: da Gombrich a Briganti, a Zeri, fino naturalmente all’attuale direttore Paolucci”.

E non poteva non approdare anche sui nuovi media la Cappella Sistina di Michelangelo. Tanja  Michalsky, direttrice della Bibloteca Hertziana, ha realizzato uno studio sulla riproduzione della Sistina su YouTube

“Per me è stata veramente una delusione vedere come, per gli esperti come me, in tantissimo materiale sia facile trovare film vecchi belli, ben fatti, ma facendo una ricerca banale, mettendo “Sistina” o qualcosa del genere, risultino soprattutto filmini di persone che si chiamano esperti, che vogliono sempre scoprire delle cose, che parlano di misteri o del genio di Michelangelo, ma quasi mai arrivano all’altezza dei film di Ragghianti, di critofilm, e sono più, invece, una lezione all’utente”.








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