“Preoccupazione e forti riserve” vengono espresse dai vescovi francesi sulla riforma annunciata ieri dal Ministero dell’Educazione nazionale delle procedure per l’apertura di nuove scuole private non convenzionate con lo Stato.
Un vulnus alla libertà di insegnamento
La riforma, prevede l’introduzione di un’autorizzazione amministrativa preventiva,
mentre l’attuale normativa chiede solo la presentazione di una dichiarazione scritta.
Secondo la Conferenza episcopale francese (Cef) , nonostante le assicurazioni del
Governo, tale procedura sarebbe un vulnus alla libertà di insegnamento garantito dalla
Costituzione. Così si è espresso in una nota, il card. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo
di Bordeaux e presidente del Consiglio episcopale per l’insegnamento cattolico.
La radicalizzazione non si combatte limitando la libertà di insegnamento
L’Esecutivo ha giustificato il provvedimento con la necessità di prevenire la radicalizzazione
religiosa nelle scuole francesi. “Questa lotta è necessaria, ma non a qualsiasi costo
e certo non a costo di limitare la libertà di insegnamento”, afferma nel comunicato
il card Ricard, secondo il quale il sistema oggi in vigore, “se pienamente applicato
ed eventualmente rafforzato” già risponde alle legittime esigenze dello Stato. Di
qui l’appello al buon senso: “Il nostro Paese ha bisogno di essere pacificato per
resistere alla violenza che lo insidia, ha bisogno di confermare la scelta della libertà
di fronte alla contestazione del suo modello democratico”, conclude l’arcivescovo
di Bordeaux. (L.Z.)
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