2016-06-11 08:00:00

Il commento di don Gianvito Sanfilippo al Vangelo della Domenica


Nella undicesima domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù, pranzando nella casa di un fariseo, si lascia lavare e baciare i piedi da una peccatrice. Gesù guardando la donna e rivolgendosi al fariseo che riprova il suo gesto afferma:

“Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo presbitero della diocesi di Roma:

“La gratitudine e la riconoscenza a Dio sgorgano nell’anima di chi ha gustato il suo Amore e trasformano radicalmente il modo di vivere di chi è perdonato, com’è accaduto alla donna che, nel Vangelo odierno, bacia i piedi di Gesù. Ma tale esperienza non è né automatica né immediata, richiede un cammino che coinvolge la nostra libertà e l’agire della Chiesa. È necessario, infatti, previamente, il pentimento e l’ammissione  del male commesso, e, ancor prima, la percezione delle proprie mancanze. Fondamentale è il ruolo della profezia che illumina il cuore e dà consapevolezza della colpa, come avvenne al Re Davide che avvertì le iniquità commesse solo quando il profeta Natan gliele denunciò con franchezza. Questa franchezza profetica è importante, oggi, per l’evangelizzazione, nessuno in effetti, può accogliere il Kerigma se non è aiutato a riconoscere e odiare “le proprie tenebre”, aprendosi così alla vita nello Spirito. La capacità d’illuminare il male nascosto costituisce un’opera di misericordia vera, una delle più difficili, perché il demonio si oppone al coraggio di chi annuncia, tentando quest’ultimo con il timore per il possibile rifiuto, il cosiddetto “rispetto umano”. Chiediamo al Signore di saper accogliere chi ci scomoda correggendoci, e la libertà di amare con verità ogni persona, perché la nostra misericordia non sia “pelosa” o “dolciastra”.








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