"Non c'è mai stata una fitta corrispondenza email con mons. Vallejo". Lo ha ribadito Gianluigi Nuzzi al processo in Vaticano per appropriazione e divulgazione illecita di documenti riservati. Ascoltati anche i periti che in sostanza hanno confermato il materiale presente "in atti". Comunicata la semilibertà per mons. Vallejo e annunciata, all'inizio della XVII udienza che si è svolta di pomeriggio, la nascita di Pietro Elia Antonio, il figlio dell’imputata Francesca Immacolata Chaouqui. La prossima udienza è stata fissata per il 4 luglio. Massimiliano Menichetti:
Un’udienza pomeridiana che si è aperta con l’annuncio, del legale di Francesca
Immacolata Chaouqui,
della nascita questa mattina (14 giugno - ndr), di Pietro Elia Antonio. “Una bella
notizia” ha ribadito il Direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi,
che, in un saluto a margine della nota
ufficiale, ha dato il "benvenuto” al piccolo con un caloroso “tanti auguri a lui e
ai suoi genitori”. Per questo motivo in aula non era presente l’imputata, che ha subito
un parto cesareo. Assente anche Emiliano Fittipaldi,
presenti invece gli altri imputati: Nicola Maio,
mons. Vallejo
Balda e l’altro giornalista Gianluigi Nuzzi,
il quale nella sua dichiarazione spontanea ha contestato alcuni elementi emersi dalla
testimonianza del gendarme Stefano De Santis.
Nuzzi: no fitte email con mon. Vallejo
Ribadito che tra lui e mons. Vallejo “non c’è mai stata una fitta corrispondenza email,
ma solo messaggi via WhatsApp,” ad “eccezione di materiale” inviato dal giornalista
al sacerdote relativo “ad una presunta truffa ai danni dello Ior”. Illecito del quale
Nuzzi chiedeva “contezza” per la lavorazione del libro Via Crucis. “Lo stesso monsignore
- ha aggiunto - mi disse di aver trasmesso all’Aif (Autorità di Informazione Finanziaria)
la documentazione da me raccolta".
Chaouqui “solo un contatto”
Nuzzi ha poi contestato un secondo punto della testimonianza De Santis nella
quale il gendarme “ha dichiarato" che l’imputato avrebbe “ricevuto il Vam,
il Vatican Asset Management, il documento segreto, frutto più importante della Sottocommissione Cosea",
dalla Chaouqui. Ha precisato che la donna “è stata solo un contatto" che gli “permise
di conoscere mons. Vallejo”.
Vam fatto marginale
Ha spiegato poi di aver scritto “solo poche righe” sul Vam e pubblicato a pagina 307
e 308, di "Via Crucis", documenti in formato “PowerPoint”, non “Word” come dichiarato
da De Santis. “Non ho memoria - ha aggiunto - di un eventuale documento Word inviatomi dalla Chaouqui”.
Ha però precisato che in realtà il Vam era per il suo lavoro di relativo interesse,
“un fatto marginale” poiché “mentre scrivevo il libro - ha detto - il Santo Padre
lo aveva già bocciato”. L’imputato ha anche evidenziato che in tempi anteriori all’uscita
del testo, fonti di stampa avevano già ampiamente parlato del Vatican Asset Management:
come un articolo de “Il Sole 24 Ore” del 22 maggio 2015, mostrato in aula e di cui Nuzzi ha
chiesto l’acquisizione agli atti. Si è poi riferito a generiche conversazioni avute
con la Chaouqui in cui lei “avrebbe mostrato disappunto”, precisando però la scarsa
rilevanza di questi colloqui.
I periti Atzeni e De Nardis
Ascoltati poi i due periti: il prof. Paolo Atzeni e l’ing. Stefano De Nardis che hanno
in sostanza confermato “trascrizione”, “estrazione” e “conformità” del materiale presente
negli atti del processo (email e messaggi), proveniente dagli apparati elettronici
di mons. Vallejo. In pratica, è stato effettuato un secondo riscontro rispetto al
lavoro svolto dalla Gendarmeria. Su domanda di parte, il prof. Atzeni ha precisato
di non aver visto fisicamente il Pc del prelato e che le email, agli atti, sono state
ricavate dalla casella di posta elettronica presso “Gmail” dagli esperti del Corpo
vaticano. Le "estrazioni" dei dati dagli apparati “sono state svolte usando sistemi
hardware e software” in presenza “sia dei periti sia dei gendarmi” e “non vi è stata
richiesta di confrontare il contenuto delle trascrizioni con i verbali del Corpo vaticano”. Atzeni sollecitato
anche su una possibile manomissione degli apparati ha concluso: “Non è possibile dirlo,
erano in custodia alla Gendarmeria”.
Tre udienze a luglio
Cercando poi di venire incontro alle esigenze degli avvocati e degli assisti, il Tribunale
ha fissato il calendario delle prossime tre udienze che si terranno nei giorni 4,
5, 6 luglio.
Mons. Vallejo in semilibertà
Prima di far rientro in caserma mons. Vallejo si è trattenuto con i giornalisti parlando
dello stato di semilibertà che gli è stato concesso da sabato scorso, dopo circa sette
mesi di detenzione. Il prelato ora può muoversi liberamente, in orari prestabiliti,
entro i confini dello Stato Città del Vaticano. Ha comunque scelto di rimanere nella
cella che gli avevano assegnato: "Sono rimasto lì così mi sento sicuro - ha detto
- sto benissimo, non prendo alcuna medicina, mangio benissimo. Faccio 10 km di passeggiata
al giorno e leggo tantissimo".
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