2016-06-17 13:08:00

Papa: serve “laicato in uscita”, guardare ai lontani dalla Chiesa


Spingere i laici sempre più nella missione evangelizzatrice, nel segno del Concilio Vaticano II. E’ uno dei punti forti di Francesco nel discorso ai partecipanti all’ultima Plenaria del Pontificio Consiglio dei Laici. Parlando della riforma che porterà all’accorpamento del dicastero con quello per la Famiglia e l’Accademia per la vita, il Pontefice ha  evidenziato che questa avviene proprio per una rinnovata fiducia nella missione dei laici nella Chiesa. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Si conclude una tappa importante e si apre un nuovo orizzonte per la missione del laicato nella Chiesa. Nell’ultima plenaria del dicastero per i Laici, Francesco ha innanzitutto ringraziato quanti si sono impegnati in questo organismo della Curia, voluto dal Concilio Vaticano e in particolare dal Beato Paolo VI. Un ringraziamento sentito, ha detto scherzando, e non una “valedictio” di commiato per il dicastero.

No ai laici che agiscono per “delega” della gerarchia
Il Papa ha così rammentato i tanti frutti nati in questi ultimi 50 anni nel contesto del laicato: dalle Gmg, “gesto provvidenziale di San Giovanni Paolo II”, alla comparsa delle nuove associazioni laicali, al ruolo crescente della donna nella Chiesa:

“Possiamo dire, perciò, che il mandato che avete ricevuto dal Concilio è stato proprio quello di ‘spingere’ i fedeli laici a coinvolgersi sempre più e meglio nella missione evangelizzatrice della Chiesa, non per ‘delega’ della gerarchia, ma in quanto il loro apostolato ‘è partecipazione alla missione salvifica della Chiesa, alla quale sono tutti deputati dal Signore per mezzo del battesimo e della confermazione’. È il Battesimo che fa di ogni fedele laico un discepolo missionario del Signore, sale della terra, luce del mondo, lievito che trasforma la realtà dal di dentro”.

Riforma della Curia guarda anche alle nuove sfide per i laici
“Alla Chiesa – ha ripreso a braccio – si entra per il Battesimo, non per l’ordinazione sacerdotale o episcopale: si entra per il Battesimo. E tutti siamo entrati attraverso la stessa porta”. Alla luce del cammino percorso, ha quindi affermato, “è tempo di guardare nuovamente con speranza al futuro”. La realtà, ha constatato, ci porta nuove sfide. “È da qui – ha sottolineato – che nasce il progetto di riforma della Curia, in particolare dell’accorpamento del vostro dicastero con il Pontificio Consiglio per la Famiglia in connessione con l’Accademia per la Vita”:

“Vi invito perciò ad accogliere questa riforma, che vi vedrà coinvolti, come segno di valorizzazione e di stima per il lavoro che svolgete e come segno di rinnovata fiducia nella vocazione e missione dei laici nella Chiesa di oggi. Il nuovo dicastero che nascerà avrà come ‘timone’ per proseguire nella sua navigazione, da un lato la Christifideles laici e dall’altro la Evangelii gaudium e la Amoris laetitia, avendo come campi privilegiati di lavoro la famiglia e la difesa della vita”.

Serve “laicato in uscita” per raggiungere i lontani e i bisognosi
Nel contesto del Giubileo della Misericordia, ha proseguito, la Chiesa è chiamata a essere “in permanente uscita”, “comunità evangelizzatrice” che “sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi”:

“Vorrei proporvi, come orizzonte di riferimento per il vostro immediato futuro, un binomio che si potrebbe formulare così: Chiesa in uscita – laicato in uscita. Anche voi, dunque, alzate lo sguardo e guardate ‘fuori’, guardate ai molti ‘lontani’ del nostro mondo, alle tante famiglie in difficoltà e bisognose di misericordia, ai tanti campi di apostolato ancora inesplorati, ai numerosi laici dal cuore buono e generoso che volentieri metterebbero a servizio del Vangelo le loro energie, il loro tempo, le loro capacità se fossero coinvolti, valorizzati e accompagnati con affetto e dedizione da parte dei pastori e delle istituzioni ecclesiastiche”.

Abbiamo bisogno di laici che si sporchino le mani con visione del futuro
“Abbiamo bisogno di laici ben formati – ha detto ancora il Papa – animati da una fede schietta e limpida, la cui vita è stata toccata dall’incontro personale e misericordioso con l’amore di Cristo Gesù”:

“Abbiamo bisogno di laici che rischino, che si sporchino le mani, che non abbiano paura di sbagliare, che vadano avanti. Abbiamo bisogno di laici con visione del futuro, non chiusi nelle piccolezze della vita. E lo ho detto ai giovani: abbiamo bisogno di laici col sapore di esperienza della vita, che si animano a sognare”.

“Oggi – ha concluso a braccio – è il momento in cui i giovani hanno bisogno dei sogni degli anziani”, che abbiano “quella capacità di sognare”, e che ci diano “la forza delle nuove visioni apostoliche”.








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