2016-06-17 14:46:00

Card. Ryłko: nuovo dicastero metterà in risalto le risorse dei laici


In corso a Roma la 28.ma Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. L’evento, dal titolo "Un dicastero per il laicato: tra storia e avvenire", rappresenta un momento altamente significativo poiché chiuderà un lungo e proficuo cammino sorto per espressa volontà del Concilio Vaticano II. Dal prossimo primo settembre, infatti, nascerà un nuovo dicastero che si occuperà di laici, famiglia e vita. Federico Piana ha intervistato il cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontifico Consiglio per i Laici:

R. – Con questa assemblea si chiude una tappa estremamente ricca e importante nella storia della Chiesa e del Concilio Vaticano II e si apre una tappa nuova che inizierà il primo settembre prossimo, con la creazione di un nuovo dicastero con competenze allargate alla famiglia e alla vita. 50 anni è un periodo estremamente ricco di eventi che abbiamo promosso. In questo bilancio abbiamo voluto limitarci solo ai fatti. La tappa più importante è quella fin dalla sua creazione, nel 1967, quando, rispondendo alla richiesta esplicita dei Padri Conciliari, Papa Paolo VI ha creato il dicastero “dei laici” – “Consilium de Laicis”. E’ stato un grande evento vissuto con gioia da tanti laici. Già allora si presentava il futuro di questo dicastero come in embrione, come ad esempio l’impegno per la formazione del laicato cattolico, poi il grande interesse per la questione della donna nella Chiesa e nel mondo e l’impegno a favore della famiglia: all’interno del dicastero, quasi dall’inizio, esisteva una speciale Commissione che si occupava sia della questione della donna sia della questione della famiglia. Poi, la Commissione “Giustizia e Pace” che, dieci anni più tardi, è stata trasformata in un dicastero a parte, “Giustizia e Pace”. E poi, la questione dei giovani. Inoltre abbiamo assistito a vari congressi continentali dei laici, a partire da quello del Ghana nel 1971, il Congresso panafricano dei laici. Una specie di pellegrinaggio attraverso il mondo per risvegliare il laicato cattolico da questo sonno. Molto spesso si ripeteva questo slogan: il laicato cattolico è un gigante addormentato che va svegliato …

D. – Altro campo di attività di questo Pontificio Consiglio sono state le associazioni dei fedeli laici …

R. – Infatti, dopo il Concilio assistiamo a un fenomeno estremamente interessante: San Giovanni Paolo II l’ha chiamato “una nuova stagione aggregativa dei fedeli laici”: la nascita di nuove realtà, tipo movimenti ecclesiali e le nuove comunità che hanno dato uno slancio veramente straordinario, uno slancio missionario a tanti laici, uomini e donne della Chiesa …

D. – A questo punto, il futuro dei fedeli laici, secondo lei, quale sarà, all’interno di questo nuovo dicastero? Cosa cambierà e quali saranno le prospettive che si apriranno?

R. – Io sono convinto che il mondo di oggi – lo dice spesso in maniera molto efficace Papa Francesco – abbia bisogno di profeti di speranza, di profeti che sappiano seminare la gioia. Ci sono troppi profeti di sventura. Certo, dobbiamo anche essere realisti, vedere le sfide, vedere anche le varie derive della cultura moderna che influenzano tanti laici cristiani. Ma ci vuole la speranza e io sono convinto che questo nuovo dicastero che nascerà il primo settembre, sarà un dicastero che metterà in risalto le enormi risorse che si trovano nei fedeli laici, anche di oggi. Non è vero che l’ora del laicato è minacciata dall’inerzia, dall’indifferenza: questa ora del laicato dura fino ai nostri giorni e deve durare. Il Santo Padre sì, ha detto che sembra che l’orologio si sia fermato, ma io vedo in questa espressione del Papa una salutare provocazione: “Guardate, state attenti, perché questo orologio non si fermi!”. Io penso che tale sia il senso di questa parola di Papa Francesco e io penso che questo nuovo dicastero, con competenze allargate alla famiglia e alla vita – perché la famiglia è il primo campo dell’impegno del laicato a livello sociale, per così dire – farà tutto il possibile perché questo orologio che ha segnato l’ora del laicato durante il Concilio Vaticano II, non si fermi.








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