2016-06-19 10:00:00

Cantieri della solidarietà: l'impegno di Caritas Ambrosiana


Sono giunti alla 20.ma edizione i "Cantieri della solidarietà", i campi estivi della Caritas Ambrosiana organizzati in vari Paesi del mondo per creare spazi di incontro e riflessione a favore dei giovani, coinvolti in numerose attività tra condivisione e cooperazione sociale. Gioia Tagliente ha intervistato Sergio Malacrida, responsabile Caritas Ambrosiana Asia ed Est Europa:

R. – Quest’anno, con Caritas ambrosiana, partiranno dieci campi – nove all’estero e uno in Italia – che coinvolgeranno 90 giovani, prevalentemente donne. Si conferma l’impegno delle donne: l’80% di questi giovani, infatti, sono donne e il 20% uomini, tra i 18 e i 30 anni. Abbiamo dei campi storici, dove collaboriamo con i nostri partner locali, e altri nuovi, come ad esempio in Marocco e anche in Italia, dove proponiamo quest’anno ai giovani di incontrare le marginalità, le povertà, attraverso i servizi promossi da Caritas ambrosiana.

D. – In quali parti del mondo si trovano i Cantieri e quanti volontari avete reclutato quest’anno?

R. – I Cantieri si svolgeranno in Repubblica Moldova, in Georgia, in Marocco, in Libano, in Kenya, in Nicaragua, ad Haiti, in Bolivia e, appunto, in Italia. Saranno 90 i giovani che partiranno per quest’esperienza.

D. – Quali sono le attività proposte nei Cantieri? I giovani affrontano i temi di attualità sociale?

R. – Gli ambiti di intervento sono l’ambito sociale, l’ambito formativo, comunicativo e culturale. Non c’è un’esperienza di campo di lavoro determinata solo dal fare, ma dall’ascoltare, dall’incontrare e dal condividere trasversalmente in tutti i Paesi. Quest’anno, ci concentreremo in particolare sul tema delle migrazioni, dei profughi, e faremo lavorare tutti i giovani, in tutto il mondo, su questo tema a partire da approfondimenti sui conflitti, sui cambiamenti climatici, sulle povertà che sono causa di migrazioni. I giovani partecipano con grande entusiasmo a questa esperienza. Il nostro obiettivo è quello di farli riflettere affinché al ritorno non ci sia solo nostalgia, ma ci sia desiderio di impegno sul proprio territorio. E questo riscontro spesso lo abbiamo grazie, ad esempio, ad altri progetti che promuoviamo, come il Servizio civile in Italia e all’estero, come gli incontri nelle scuole, nelle parrocchie sull’educazione alla mondialità o come altre proposte che facciamo sul nostro territorio, aperte a tutta la cittadinanza.

D. – Quali sono gli obiettivi raggiunti? Ci sono prossimi “goal” in vista…

R. – E’ molto interessante che l’esperienza dei Cantieri, che appunto dura da 20 anni, abbia prodotto in alcuni dei Paesi dove siamo presenti da tantissimi anni dei cantieri locali. Le nostre esperienze di servizio si svolgono prevalentemente in collaborazione con giovani volontari e non sono esperienze che si chiudono durante l’estate, ma che hanno una continuità durante l’anno. Quest’anno in alcuni Paesi – penso ad esempio alla Moldova, ma anche alla Georgia – ci sono dei giovani che si sono organizzati per portare nei loro villaggi la stessa esperienza di incontro. Questo ci sembra un risultato assolutamente interessante. In tutti i Paesi, quindi, manteniamo delle relazioni con i partner locali. In alcuni casi, i luoghi rimangono gli stessi, ma in altri ci spostiamo nelle comunità, nei territori dove i nostri partner lavorano. Manteniamo quindi la relazione con il partner, ma ci spostiamo all’interno del Paese.








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