2016-06-20 14:51:00

Educazione all'affettività: progetto Teen Star, amare ed essere amati


Si chiama “Teen Star” ed è un programma di educazione affettivo sessuale indirizzato ai ragazzi, previo consenso dei genitori, e diffuso con successo in oltre 40 paesi da oltre trent’anni. Di fronte alle sfide del crescente numero di aborti, dell’uso non informato di metodi contraccettivi, della diffusione di malattie a trasmissione sessuale, della violenza di genere e dell’omofobia, Teen Star offre strumenti agli adolescenti nei contesti scolastici per poter integrare la capacità sessuale e il bisogno di amare ed essere amati con il processo identitario in atto. Paolo Ondarza ne ha parlato con la presidente Donatella Mansi:

R. – Teen Star è un programma con 35 anni di storia alle spalle. È nato negli Stati Uniti ed è diffuso nei cinque continenti. Quest’anno a Roma, dal 6 al 12 agosto, ci sarà il congresso internazionale. È un programma di educazione affettivo-sessuale che si rivolge alle famiglie e ai ragazzi. I nostri ragazzi sono i nostri interlocutori prioritari, ma offriamo ai genitori la presentazione del corso e  due incontri durante il percorso di formazione. È un accompagnamento, non si tratta di tre o quattro incontri, perché abbiamo visto che i risultati si ottengono solo accompagnando nel tempo i ragazzi alla scoperta della propria corporeità. Il Teen Star insegna a non separare la corporeità dalla dimensione affettiva che i ragazzi desiderano in maniera esclusiva.

D. - Dove si svolgono i vostri corsi e a quali ragazzi sono finalizzati?

R. - Nell’emergenza educativa attuale la preoccupazione è formare i formatori, cioè educatori, insegnanti, genitori che lavorano con i loro ragazzi. In questi ultimi quattro, cinque anni stiamo incontrando prevalentemente insegnanti che presentano dei programmi nelle scuole e che lavorano con i ragazzi e con le famiglie.

D. - Perché oggi c’è bisogno di parlare di sessualità ed affettività?

R. - Perché nel pansessualismo imperante i nostri giovani si sperimentano. Cito una frase che loro ripetono spesso: “Chi non fa sesso è uno sfigato”. E allora se non educhiamo questo “sfigato” a capire che il corpo risponde a pulsioni, ma desidera profondamente amare ed essere amato, i ragazzi vivono una sessualità totalmente staccata dall’affettività e si distruggono.

D. - Parlare di queste tematiche presuppone un rigore scientifico. La base scientifica dei vostri corsi è accreditata a livello internazionale?

R. – Sì, è accreditata da due università degli Stati Uniti, dall’Università Cattolica di Santiago in Cile e, in Italia, stiamo lavorando con il Centro di Ateneo di Studi e Ricerche sulla Famiglia con la professoressa Raffaella Iafrate.

D. - Oggi quali sono i messaggi sbagliati, in base alla sua esperienza, su affettività e sessualità che arrivano ai ragazzi?

R. - Il messaggio è “Si può fare!”, tutto si può fare, perché io devo conoscermi ed una volta che hanno fatto tante esperienze capiscono che l’amore non esiste e che quindi non ci si può fidare di nessuno. Questo è quello che rimane. La nostra mentalità purtroppo ha un’impostazione normativa: questo si fa e questo non si fa. I nostri ragazzi non capiscono questa impostazione. Il Teen Star usa il metodo induttivo: insegniamo loro a riconoscere i segnali del corpo, quelli della fertilità e a capire che non si può separare l’affettività dalla corporeità.

D. - Affrontando i temi di affettività e sessualità, è importante che le famiglie siano informate dei contenuti che voi veicolate, che portate ai ragazzi …

R. - Noi prima di tutto lavoriamo in sintonia con le famiglie perché il Teen Star viene presentato prima ai genitori. Poi una volta che questi hanno dato il consenso lo presentiamo ai ragazzi che devono liberamente aderire. Poi, i nostri tutor sono tutti monitorati perché in ogni regione abbiamo un referente che è costantemente in rete con i tutor che stanno lavorando con i giovani.

D. - Se dovesse raccontare, in base alla vostra esperienza, quelli che sono i risultati che avete ottenuto, le viene in mente qualche episodio da raccontarci?

R. - Un papà che ci ha detto: “Ma cosa avete fatto a mio figlio? È diventato saggio. Posso farlo anche io questo corso?”. La madre di una ragazzina anoressica ha detto: “Mia figlia mi ha raccontato: mamma, ma tu non me lo avevi mai detto che io ero così bella e così unica. Ho scoperto che posso volermi bene”. I ragazzi quando scoprono come è fatto il corpo e i suoi segnali si rendono conto, per esempio, che gli ormoni condizionano notevolmente la nostra vita; scoprono che il cervello maschile è profondamente diverso da quello femminile; scoprono l’alterità come una differenza che completa e quindi si rendono conto che non possono sciupare così questa bellezza.








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