2016-06-21 15:17:00

Concilio panortodosso, missione e diaspora tra i temi centrali


Prosegue il “santo e grande Concilio” delle Chiese ortodosse, riunite a Chania nell’isola di Creta, da domenica scorsa. I lavori sono cominciati lunedì. A presiederlo è il Patriarca ecumenico, Bartolomeo I. In totale sono presenti dieci Chiese, mentre quattro sono assenti: il Patriarcato di Mosca e le Chiese di Bulgaria, Antiochia e Georgia per motivi diversi. Sui temi affrontati, sentiamo padre Hyacinthe Destivelle, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, presente in qualità di corrispondente per l’Osservatore Romano. L’intervista è di Debora Donnini:

R. – Questo “santo e grande Concilio della Chiesa ortodossa” è stato preparato da molti anni. La sua convocazione è stata decisa durante la Sinassi dei Primati nel gennaio 2016 e l’ordine del giorno è stato stabilito durante questa riunione dei Primati. Comporta sei temi: la missione della Chiesa ortodossa nel mondo, la diaspora, la questione dell’autonomia, la questione del digiuno, la questione del matrimonio e anche la questione delle relazioni con gli altri cristiani. Ieri, c’è stata la Sessione d’apertura del Concilio con il discorso del Patriarca Bartolomeo, che presiede questo Concilio, e il discorso degli altri nove Primati presenti. Questa sessione era aperta agli Osservatori: tra di loro c’erano due Osservatori da parte della Chiesa cattolica, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e mons. Brian Farrell, segretario dello stesso dicastero. Il Patriarca ha sottolineato l’importanza di rinforzare l’unità della Chiesa ortodossa, la necessità di rafforzare anche la sinodalità. Il motivo di questo Concilio è soprattutto quello di rafforzare l’unità della Chiesa ortodossa che si compone di 14 Chiese. E l’unità si fa attraverso la sinodalità.

D. – Dopo questa prima sessione, quali sono stati i temi affrontati?

R. – E’ iniziata la discussione sui documenti all’ordine del giorno, che sono sei. Il primo tema è quello della missione della Chiesa ortodossa. Ma queste sessioni non sono aperte, quindi noi non sappiamo nel dettaglio quali siano gli argomenti, ma i testi di lavoro che saranno in discussione sono già pubblicati. E questo testo sulla missione della Chiesa ortodossa è piuttosto una riflessione sull’antropologia cristiana, perché la prima missione dell’annuncio evangelico della Chiesa è soprattutto quello di annunciare l’uomo nuovo, rinnovato in Cristo. Dopo questo testo ci sarà un altro argomento, che forse sarà affrontato già oggi pomeriggio, sulla diaspora. A causa delle migrazioni delle popolazioni ortodosse in Occidente nel XX secolo, le Chiese hanno dovuto nominare vescovi per la cura pastorale dei loro fedeli. Allora, si pone la questione della molteplicità di strutture ecclesiali nella diaspora. Questo testo formula una proposta transitoria per risolvere questo problema della diaspora.

D. – Tra i temi centrali, c’è anche quello della persecuzione dei cristiani in Medio Oriente?

R. – Non è un tema all’ordine del giorno, ma alla fine dei lavori il Concilio pubblicherà un messaggio nel quale sicuramente ci sarà la questione della persecuzione dei cristiani. Ma non è all’ordine del giorno dei lavori di questo Concilio, che verte piuttosto su questioni interne alla Chiesa ortodossa. Ma la persecuzione dei cristiani è sicuramente nel cuore di tutti i vescovi che sono qui.

D. – Secondo lei, questo Concilio aiuterà anche i rapporti tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica?

R. – Sicuramente, questo Concilio è molto importante anche per la Chiesa cattolica, innanzitutto perché l’unità delle Chiese ortodosse facilita il dialogo con la Chiesa cattolica, ma anche perché la Chiesa cattolica sta riflettendo anche sulla sinodalità.








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