2016-06-21 15:57:00

Indagine Ipsos, il voto dei cattolici a Milano, Roma, Torino


Il voto di domenica ha lasciato pesanti strascichi nel Pd e nel centrodestra. Fra i Dem, in vista della Direzione di venerdi' che si preannuncia molto calda, Bersani attacca Renzi e suggerisce di avere 'l'umilta' di riflettere". Nel centro destra Salvini della Lega critica Forza Italia. A Roma e a Torino i sindaci del M5s fanno il punto in vista della formazione delle giunte. Ma come hanno votato coloro che si professano cattolici? Alessandro Guarasci ne ha parlato con Luca Comodo, direttore della divisione politico sociale dell'istituto Ipsos

 

D. – Dott. Comodo, a Milano i cattolici che vanno settimanalmente a Messa hanno votato in modo equanime sia Parisi sia Sala: a che cosa è dovuto questo, secondo lei?

R. – A due ordini di ragioni; prima di tutto, alla vicinanza di profilo dei due candidati, che non hanno polarizzato in quel segmento di elettorato, perché entrambi erano candidati appetibili, non distinguibili. Non a caso, il voto per Parisi è più elevato nei cattolici che frequentano più raramente la Messa, dove c’è tipicamente, ancora, sia pure in maniera in parte residuale, un elettorato più orientato al centro-destra. Mentre Sala ottiene un risultato nettamente migliore tra chi non va mai o quasi mai alle funzioni religiose, dove c’è una presenza importante di sinistra.

D. – Invece a Roma com’è andata, per quanto riguarda i cattolici che frequentano settimanalmente la funzione religiosa?

R. – Anche tra questi cattolici prevale la Raggi con nettezza: 57%, contro Giachetti al 43%. Quindi anch’essi scelgono la Raggi, ma in una misura inferiore rispetto all’espressione complessiva degli elettori romani. I romani hanno votato per il 67% per Virginia Raggi; i cattolici che frequentano la Messa tutte le settimane le assegnano dieci punti in meno, mentre danno dieci punti in più a Giachetti.

D. – A Torino com’è andata?

R. – La situazione cambia in maniera importante, perché i segmenti cattolici più fedeli, quindi che seguono la Messa tutte le settimane, ma in parte anche quelli che ci vanno una o due volte al mese, scelgono e privilegiano Fassino di circa dieci punti in più: il 54% di quelli che vanno a Messa tutte le settimane a Torino votano per Fassino, contro il 45% medio della città. Quindi, in questo caso, ha fatto premio la percezione di continuità di buona amministrazione che a Fassino era riconosciuta. 








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