2016-06-24 08:26:00

Francesco visita l'Armenia, "primo Paese cristiano"


Il viaggio di Papa Francesco in Armenia è denso di significati. La popolazione, in maggioranza cristiana, ha subito grandi sofferenze nel corso della storia e ora vive di nuovo la gioia di incontrare il Successore di Pietro. Il servizio del nostro inviato Giancarlo La Vella:

Un viaggio apostolico carico di significati, prima tappa della visita nel Caucaso, che verrà completata a settembre prossimo con le tappe in Georgia e Azerbaigian. Papa Francesco va in Armenia 15 anni dopo la visita di Giovanni Paolo II. E' un nuovo abbraccio con il Paese che per primo, nel 301 dopo Cristo, al culmine dell’opera evangelizzatrice di San Gregorio l’Illuminatore, proclamò il Cristianesimo come religione di Stato. Ben 79 anni prima dell’Editto di Teodosio, col quale l’Impero Romano rese ufficiale la fede in Cristo, dopo averla ammessa nel 313 con l’Editto di Milano. Ma sarà un dialogo, profondo, quello del Papa, con un Paese ferito alla ricerca della pace. Dopo la lunga stagione in cui fu inglobata nell’Unione Sovietica – il russo è la seconda lingua più parlata – l’Armenia deve risolvere ancora oggi il conflitto territoriale con l’Azerbaigian. Al centro della questione, la regione del Nagorno-Karabakh, enclave a maggioranza armena in territorio azero. Ma, soprattutto, la ferita più profonda risale al 1915, quando un milione e mezzo di armeni, soprattutto cristiani, vennero orrendamente trucidati per mano dell’esercito ottomano – una vicenda che divide Armenia e Turchia. Ankara non accetta il termine “genocidio” per definire quel massacro. Il Papa incontra le autorità civili e quelle religiose, quella armeno apostolica e quella armeno cattolica. Significativa la visita al Memoriale di Tzitzernakaberde, che ricorda proprio l’eccidio armeno, la visita ad un orfanotrofio di Gyumri, nell’ambito delle opere di misericordia che il Papa compie in questo Giubileo straordinario, poi l’incontro ecumenico e la preghiera per la pace; infine, la visita al Monastero di Khor Virap, al confine con la Turchia, da dove il Pontefice libererà due colombe, simbolo di pace, verso il Monte Ararat, dove, secondo la tradizione biblica, si arenò l’Arca di Noè alla fine del Diluvio Universale. Rientro in Vaticano nella serata di domenica.








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