2016-06-24 18:33:00

Il Presidente armeno: fede cristiana, segno distintivo della nostra identità


Il Presidente della Repubblica d’Armenia, Serzh Sargsyan, in occasione del viaggio del Papa ha concesso una intervista in esclusiva in lingua armena alla Radio Vaticana nella quale ha espresso la sua gioia per la visita del Santo Padre, sottolineando l’importanza di questa missione al primo popolo cristiano della storia. Il Presidente ha ricordato la vicinanza da sempre mostrata dal Papa e dalla Chiesa Cattolica al popolo armeno. E’ per questo, ha detto, che abbiamo fatto tutto il possibile affinché il nostro popolo abbia la possibilità di vedere da vicino il Santo Padre ed abbia l’occasione di esprimergli tutta la sua gratitudine. Mi auguro - ha proseguito il presidente - che il nostro popolo possa sentire il calore e l’energia del Papa.

Il Capo di Stato ha fatto cenno alla visita in Armenia di San Giovanni Paolo II compiuta nel 2001 in occasione del 1700.mo anniversario del Battesimo dell’Armenia ed ha sottolineato che questa visita è una sorta di prosecuzione della prima e avviene in occasione del 25.mo anniversario di indipendenza dell’Armenia (21 settembre 2016).

Ha poi sottolineato l’importanza delle relazioni diplomatiche tra Armenia e Santa Sede affermando come questi rapporti si sono intensificati e si sono rafforzati negli ultimi anni grazie anche all’apertura, nel 2013, dell’ambasciata armena presso la Santa Sede, e perché sono fondati su una tradizione che li accomuna e su principi condivisi riguardanti aspetti sia politici che umanitari.

Il Presidente, facendo poi cenno a quanto sta accadendo nel Medio Oriente ai cristiani e alle persecuzioni che stanno subendo, ha ribadito l’importanza della visita del Santo Padre alla prima nazione cristiana definendola speciale. In questo contesto ha sottolineato anche l’importanza del ruolo del Papa e del suo agire a favore del dialogo, del rispetto, della convivenza pacifica e della pace auspicando che questo abbia i suoi effetti e dia i frutti desiderati.

Ad una domanda sul problema del Nagorno Karabakh, il Presidente armeno, che qualche giorno fa ha partecipato ad un incontro insieme al presidente russo e a quello azero, ha ribadito l’importanza di trovare una soluzione pacifica ai conflitti ed ha auspicato che sia percorsa la strada del dialogo e della diplomazia definendola l’unica strada percorribile per una pace duratura ed una convivenza rispettosa e sottolineando che qualsiasi soluzione deve riguardare innanzitutto non gli interessi dell’Armenia o dell’Azerbaigian ma in primis l’interesse della popolazione del Nagorno Karabakh.

Parlando della diaspora armena, Sargsyan ha sottolineato l’importanza di unire sempre le forze e al di là delle idee o delle vedute che possono essere sempre soggette a discussioni e chiarimenti, l’importante, ha detto, è che la diaspora sia sempre unita alla Madre Patria.

Il Presidente, durante il suo discorso al Papa nell’incontro con le autorità e il corpo diplomatico a Yerevan, ha ricordato ancora una volta il genocidio armeno e il dolore del popolo armeno di vedere per tanto tempo negata e dimenticata nel mondo una realtà così tragica. “Il genocidio armeno – ha detto - è un fatto storico e una realtà innegabile. Noi non cerchiamo colpevoli. Vogliamo semplicemente che le cose siano chiamate con il loro nome, in quanto questo consentirà a due popoli vicini di muoversi verso una vera riconciliazione e un futuro prospero condiviso riconoscendo il passato e abbracciando il perdono e una coscienza pulita”.

La fede cristiana – ha osservato - è “il segno distintivo dell'identità armena” ed è “profondamente radicata nella terra armena e nelle anime armene. Il cristianesimo è più di una religione per noi. Si tratta di uno stile di vita, che ha instillato nel popolo armeno il desiderio di vivere in pace e la filosofia di superare le difficoltà con dignità. Più cristiani diventiamo, più rispettiamo e apprezziamo la fede degli altri, più diventiamo tolleranti e pacifici, capaci di convivere pacificamente con gli altri popoli.

Il Presidente ha citato alcuni esempi di amicizia interreligiosa, tra cui la cooperazione tra l’Armenia e la Repubblica islamica dell'Iran: “Oggi l'Armenia aspira ancora alla pace. In ogni evento, preferiamo il negoziato pacifica allo scontro. Io sono un ottimista – ha concluso - credo che i sogni  di libertà e di pace dell'umanità, desiderati da secoli, un giorno diventeranno realtà”.

 

 

 

 








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