Stabilire i diritti dei lavoratori domestici, per tutelare la loro dignità: questa la richiesta avanzata al governo federale dall’arcidiocesi di New Delhi, in India, in occasione della “Giornata internazionale dei lavoratori domestici”, celebrata il 16 giugno scorso.
Nel Paese asiatico, 4 milioni di lavoratori domestici
Nel Paese asiatico, infatti, i lavoratori domestici sono circa 4 milioni, ma non è
stata ancora ratificata la convezione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro,
siglata nel 2011 e dedicata al “lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori
domestici”. Tale trattato impegna i Paesi firmatari a garantire salari e condizioni
di vita e sicurezza dignitosi per i lavoratori domestici, affinché siano trattati
alla pari di tutti gli altri dipendenti e siano tutelati da ogni forma di violenza.
Mancano tutele e c’è rischio di violenze
“La questione dello sfruttamento dei lavoratori domestici è un problema molto serio
in India – afferma Thompson Anushika, responsabile del Forum dei lavoratori domestici,
organismo che afferisce alla Conferenza episcopale indiana - Alcune persone lavorano
dalle 16 alle 18 ore al giorno senza tutele, senza contatti con le loro famiglie,
mentre altre sono soggetti a vessazioni fisiche, psichiche o sessuali”.
Allarme per lo sfruttamento dei dalit
La maggior parte dei lavoratori domestici indiani, inoltre, è rappresentata da dalit
o fuori casta, il che - spiega padre Joseph Jude, presidente dell’Ufficio per il lavoro
della Conferenza episcopale indiana - comporta maggiori sofferenze perché, “a causa
dell’alto livello di analfabetismo e della mancanza di istruzione, molti di loro non
sono in grado di comprendere i propri diritti”. (I.P.)
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