“Il fenomeno della droga è una urgenza pastorale perchè colpisce tutti coloro che fanno parte di questa grande famiglia umana (ricchi e poveri, giovani e adulti, anziani, uomini e donne). I genitori, ma anche sacerdoti, religiosi, laici, sono i testimoni e i primi protagonisti che cercano di capire, di intervenire e di proporre strutture comunitarie al fine di promuovere la dignità della persona umana”. E’ un brano del messaggio che mons. Vicente Bokalic, vescovo di Santiago del Estero, e mons. Melitón Chávez, vescovo di Añatuya, hanno pubblicato in occasione della Giornata mondiale di lotta alla droga e al narcotraffico, indetta dalle Nazioni Unite, che si celebra domani 26 giugno.
La droga corrode il tessuto stesso della moralità
Il messaggio, ripreso dall’agenzia Fides, rileva che “la droga è il frutto e, allo
stesso tempo, la causa di un grande declino etico e di una crescente corruzione della
vita sociale, che corrode il tessuto stesso della moralità, delle relazioni interpersonali
e della convivenza civile”. Tale fenomeno “richiede una risposta forte e decisa per
fermare il degrado che ne deriva” sottolinea il testo, ricordando che “non è assurdo
dire che in qualsiasi momento può bussare alla porta delle nostre case e colpire qualsiasi
membro della nostra famiglia”.
Vittime della droga sono i giovani
Il consumo di droga comunque non si riduce solo a “un comportamento individuale”,
ma si sono sviluppate “nella totale impunità, una economia clandestina e una criminalità
che hanno come scopo di produrre e commercializzare la droga su larga scala”. Ad essere
potenziali destinatari sono i giovani, che “spesso la nostra società idolatra e allo
stesso tempo disprezza” in quanto non li aiuta a crescere, a trovare il loro posto,
a scoprire il senso della vita e ad avere speranza per il futuro. I vescovi proseguono:
“i nostri figli, fratelli e amici, ci chiedono gridando ‘per favore… fate qualcosa!!!’
Il più delle volte sono urla silenziose… Il problema della droga è uno dei problemi
più gravi del nostro tempo”.
Appello dei vescovi: recuperare il significato autentico della vita
Infine mons. Vicente Bokalic e mons. Melitón Chávez ricordano che “la Chiesa, come
una madre amorevole, ha cura della vita dei suoi figli. Queste persone distrutte devono
essere considerate non un problema, ma come persone; non un caso da analizzare, ma
un uomo da amare; non un individuo che deve essere indottrinato e condizionato, ma
da aiutare a scoprire le proprie ricchezze”. Lanciano quindi un appello: “Abbiamo
bisogno di incontrarci per realizzare questo impegno. Lavoriamo tutti: Chiesa, Stato,
organizzazioni sociali, adulti e giovani, scuole ... famiglie !!! Recuperiamo insieme
il significato autentico della nostra vita”. (S.L.)
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