2016-06-25 18:49:00

Karekin II: leader religiosi promuovano dialogo per prevenire violenze


"Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio "(Matteo 5: 9): è partito da questa citazione evangelica il discorso di Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni, in occasione dell’incontro ecumenico di Yerevan con Papa Francesco. Un appuntamento – ha ricordato – a cui partecipano anche vittime di guerre, terrorismo e violenza, rifugiati provenienti da Azerbaijan, Siria e Iraq. Attendevamo – ha detto – “un mondo pacifico e giusto. Eppure ogni giorno ci giungono notizie preoccupanti di un aumento delle attività di guerra e di atti di terrorismo, un indicibile sofferenza umana” che colpisce bambini, adolescenti, donne e anziani in tutto il mondo.

Karekin II rievoca il genocidio armeno con un milione e mezzo di martiri innocenti, un secolo fa, ma parla anche dell’attuale difficile situazione che vive l’Armenia, “una guerra non dichiarata” – afferma – per difendere il diritto del popolo del Nagorno-Karabakh, in maggioranza armena, a vivere in libertà. A questo proposito parla delle tensioni e dei contrasti con l'Azerbaigian, di villaggi armeni bombardati e distrutti, di civili uccisi.

Parla con partecipazione delle vittime dei conflitti in Medio Oriente e degli atti di terrorismo che si sono verificati nelle principali città europee, in Russia, negli Stati Uniti, in Asia e in Africa, dei luoghi sacri profanati in Siria, Iraq e altri Paesi. La missione delle Chiese cristiane e dei leader religiosi – ha aggiunto – non si può limitare a consolare e aiutare le vittime: occorre prevenire il male, favorendo lo spirito di amore, la solidarietà e la cooperazione nelle società attraverso il dialogo ecumenico e interreligioso.

Auspica un miglioramento delle relazioni con la Turchia con la fine dei contrasti di ieri e di oggi. Ma la pace – osserva - non può essere realizzata senza la giustizia, le vite umane non possono diventare oggetto di speculazioni e non possono essere trascurate. Solo la giustizia che affonda le sue radici nella tutela dei diritti degli individui e delle nazioni, può diventare una solida base per la prevenzione dei crimini commessi contro l'umanità e la risoluzione completa dei conflitti.

Karekin II ha così concluso il suo discorso: possa il nostro Signore misericordioso purificare il mondo dalle tragedie del male e concedere pace e protezione, come dicono le parole profetiche: forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra (Isaia 2: 4).








All the contents on this site are copyrighted ©.