2016-06-25 13:52:00

Venezuela: valide le firme per il referendum contro Maduro


L'opposizione venezuelana ha annunciato di aver ottenuto la convalida delle firme necessarie per chiedere la convocazione di un referendum sulla revoca del mandato del Presidente Nicolas Maduro. Spetta ora al Consiglio Nazionale Elettorale (Cne), che l'opposizione accusa di essere controllata proprio dal Capo dello Stato, di decidere, il 26 luglio, se il referendum può essere convocato. Intanto prosegue la durissima crisi economico-sociale dovuta alla caduta del prezzo del petrolio. Il Paese è afflitto da un’inflazione record e dalla penuria cronica di prodotti alimentari e farmaci. Per un’analisi della situazione politica Marco Guerra ha intervistato Roberto Da Rin, inviato del Sole 24Ore e esperto di America Latina:

R. – Innanzitutto il dato è un dato importante, perché sono state convalidate 409 mila firme, che rappresentano esattamente il doppio di quelle richieste formalmente dal Comitato nazionale elettorale; inoltre l’organismo che le certifica è vicino al governo: quindi si tratta di una vittoria doppia ed ecco perché si tratta di un fatto piuttosto importante. Dopo la convalida delle firme  entro il 2016 – entro dicembre 2016 – dovranno essere raccolte 4 milioni di firme – quattro milioni! -  ovvero il 20% del totale dei votanti, affinché si possa procedere. Quindi non è affatto detto che con le 400 mila convalidate oggi si vada automaticamente al referendum: questo no! Entro dicembre dovranno essere raccolti 4 milioni di voti, di firme favorevoli; poi l’opposizione – se a questo punto l’opposizione riesce a convocare il referendum – dovrà vincere con 7,5 milioni di voti favorevoli all’abrogazione del mandato in corso. Questo è il percorso.

D. – Il popolo venezuelano, comunque, sembra deciso a far cessare questa esperienza di governo oppure Maduro gode ancora dell’appoggio di parte della popolazione?

R.  – Maduro gode ancora dell’appoggio di parte della popolazione, tanto che ci sono state imponenti manifestazioni anche a sostegno di Maduro. E’ vero che il suo consenso è andato erodendosi negli ultimi due anni, con una crisi economica che si è fatta sempre più acuta, con il prezzo del petrolio che è crollato fino a 30 dollari al barile e per la congiuntura economica del Venezuela questo è stato devastante! Ricordiamo che il Venezuela è soprattutto un Paese petrolifero … Da allora anche per il malgoverno, per la riduzione dei prezzi del greggio, Maduro ha perso consenso: ma questo non significa che non ci siano ancora dei sostenitori.

D. – L’opposizione ovviamente si sta impegnando su questo referendum: ci sono leader pronti a sostituire Maduro?

R. – Enrique Capriles è il leader dell’opposizione ed è stato già due volte candidato presidenziale: non è andata bene, però continua lui ad essere il leader. L’opposizione ha commesso molti errori in questi ultimi 10 anni ed ha sempre presentato dei leader deboli che non hanno saputo attrarre l’opinione pubblica in modo rilevante e quindi fino ad ora non ha scelto degli uomini vincenti.

D. – Se per un motivo o per un altro dovesse fallire il referendum, Maduro può resistere fino alla fine del mandato nel 2019?

R. – Se dovesse fallire il referendum, di certo lui e il governo guadagnerebbero terreno, anche perché nel frattempo sembra si sia invertito il ciclo dei prezzi sfavorevoli delle materie prime energetiche e quindi il prezzo del petrolio sta aumentando. Di certo il Venezuela vive una crisi economica, politica ed istituzionale purtroppo molto grave! Se il referendum non dovesse farsi, non è ovviamente detto che lui rimanga in sella fino alla scadenza del suo mandato. Però si dovranno poi capire anche varie strategie: quelle governative, quelle dell’opposizione, la congiuntura internazionale, i prezzi delle materie prime. Quindi sono troppe le variabili e nessuno è in grado di stabilire che cosa succederà. Diciamo che l’intervento – la settimana scora - dell’Organizzazione degli Stati Americani è stato abbastanza importante, perché ha rappresentato una pressione politica internazionale a fianco dell’opposizione a Maduro e quindi per procedere verso questo referendum.








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