L’impegno ecumenico in difesa delle minoranze perseguitate e l’importanza dei principi cristiani di fronte alla crisi di migranti e rifugiati: questi i due passaggi chiave della lettera inviata al Papa dal Patriarca orotodosso ecumenico, Bartolomeo I. La missiva è stata consegnata al Pontefice questa mattina, durante l’udienza concessa alla delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Il servizio di Isabella Piro:
“Le nostre Chiese ascoltano il grido delle vittime di violenze e fanatismo, discriminazioni e persecuzioni, ingiustizie sociali, povertà e fame”: scrive così Bartolomeo nella sua lettera a Papa Francesco, in cui ricorda “con profonda gratitudine” l’incontro avvenuto a Lesbo, il 16 aprile scorso. Un incontro – sottolinea il Patriarca – che ha avuto l’obiettivo di offrire “sostegno a migranti e rifugiati, dando loro coraggio e speranza”, ma ribadendo anche “la necessità di garantire una soluzione pacifica di fronte alla più grande crisi umanitaria dai tempi della seconda Guerra mondiale, tra le cui vittime di contano anche le popolazioni cristiane”.
La civiltà europea non si comprende senza radici cristiane
In particolare, Bartolomeo guarda all’Europa: “L’attuale
crisi dei migranti e dei rifugiati – afferma – ha dimostrato la necessità, per le
nazioni europee, di affrontare il problema sulla base dei principi cristiani di fraternità
e giustizia sociale”. Di qui, il richiamo a riconoscere che “la civiltà europea non
può essere compresa senza fare riferimento alle sue radici cristiane”, perché “il
suo futuro non può essere una società interamente secolarizzata o soggetta esclusivamente
all’economia o al fondamentalismo”. Infatti, spiega Bartolomeo, “la cultura della
solidarietà nutrita dalla cristianità non si preserva attraverso il progresso di Internet
e della globalizzazione”.
Cammino ecumenico, dialogo di verità nella carità
Poi, il Patriarca richiama l’impegno ecumenico per
il bene dell’umanità, per la sua libertà, in contrasto contro il male sociale e nello
sforzo di far prevalere la giustizia e la pace. Un impegno comune che costituisce
“una buona testimonianza per la Chiesa di Cristo – scrive Bartolomeo – rafforzando
le reciproche responsabilità spirituali di fronte alle sfide contemporanee”. Quanto
al cammino verso l’unità di ortodossi e cattolici, il Patriarca afferma che il dialogo
di verità nella carità “conferma i comuni modelli cristiani” e porta “alla conoscenza
teologica, all’esperienza ecumenica e al reciproco arricchimento” spirituale.
Conversione ecologica per salvaguardare il Creato
Altro punto centrale della Lettera è la salvaguardia
del Creato, tema molto sentito dal Patriarca ecumenico, il cui impegno viene anche
citato da Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune”.
Bartolomeo sottolinea “le cause spirituali e morali della crisi ecologica attuale”
e richiama la necessità di “un cambio radicale di atteggiamento” per trovare una soluzione.
Preghiera per gli esiti del Sinodo panortodosso
Guardando, poi, al Sinodo panortodosso appena conclusosi
a Creta, Bartolomeo chiede al Pontefice di pregare per “un risultato fruttuoso di
tale incontro”, il primo dopo più di mille anni. Infine, il Patriarca prega il Signore
affinché fortifichi il Pontefice “per il bene della Chiesa e l’unità dei cristiani,
a beneficio dell’umanità così travagliata”.
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