2016-06-28 14:30:00

Messico: vescovi di Oaxaca chiedono dialogo con gli insegnanti


Una Commissione di deputati e senatori “dovrebbe ascoltare reclami, obiezioni e dubbi degli insegnanti scontenti della riforma dell'istruzione, perché tutti ammettono che non è completa, che non prende in considerazione contenuti e metodi, ma è solo regolamentare e amministrativa”: è l’opinione espressa dal vescovo di San Cristóbal de Las Casas, in Chiapas, mons. Felipe Arizmendi Esquivel.

Chiesa appoggia le richieste degli insegnanti
In un incontro con la stampa locale, domenica sera, il vescovo ha affermato: "Se il Presidente Enrique Peña Nieto ha rinviato al Congresso la legge sulla trasparenza, perché lo avevano chiesto gli uomini d'affari, lo stesso potrebbe essere fatto con alcuni aspetti della riforma scolastica, come richiesto dagli insegnanti. Forse gli imprenditori valgono più degli insegnanti?".

Condannato l'uso della forza pubblica contro gli insegnanti
Secondo quanto riferisce l'agenzia Fides da una fonte locale, il vescovo ha ribadito che "spetta a senatori e deputati federali aprire un canale di dialogo" con i docenti scontenti. "Se in altri Stati la legge è passata senza grandi conflitti, Oaxaca, Chiapas, Guerrero, Michoacán e Tabasco hanno situazioni che non sono simili ad altri luoghi" ha rilevato. Infine per mons. Arizmendi "si deve condannare l'abuso della forza pubblica per reprimere gli insegnanti, ma dobbiamo anche sostenere questi dialoghi con le autorità federali, perché si possano modificate alcuni punti della riforma scolastica".

I vescovi hanno condannato gli atti di violenza e vandalismo
I presuli della Provincia di Oaxaca hanno pubblicato un messaggio, il 26 giugno, in cui condannano i recenti atti di violenza e di vandalismo, ricordano che “tutti facciamo parte della stessa società e dobbiamo imparare a cercare insieme ciò di cui abbiamo bisogno per migliorarla”, sottolineano che “la ricchezza più grande di Oaxaca è la sua gente”, e infine lanciano un appello “a tutta la società, in particolare alle Autorità e agli insegnanti, perché si dichiari immediatamente una tregua generale tra le parti, propiziatrice di una seria riflessione di tutti, rassereni gli animi e consenta di gettare le basi di un dialogo propositivo e trasparente, con passi e obiettivi graduali”. (C.E.)








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