2016-06-28 13:25:00

Firmato accordo Turchia-Israele dopo 6 anni di gelo


Firmato stamattina l’accordo che pone fine a sei anni di gelo tra Turchia e Israele, dopo l’assalto alla nave Mavi Marmara e la morte di 10 attivisti turchi, che nel 2010 tentarono di forzare il blocco su Gaza. La Turchia otterrà un risarcimento di 20 milioni di dollari per le famiglie delle vittime  e ritirerà le accuse contro i militari israeliani del commando. Resta il blocco navale a Gaza, ma aiuti turchi per i palestinesi potranno passare attraverso il porto di Ashdod. Depurazione dell'acqua e una Centrale per sopperire al fabbisogno di elettricità degli abitanti della Striscia sono altri termini dell'accordo. La normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi permetterà, inoltre, al gas del giacimento israeliano Leviatano di raggiungere l'Europa attraverso un gasdotto che passerà dalla Turchia. Sul significato di questo accordo Elvira Ragosta ha intervistato l’editorialista del Corriere della Sera, Antonio Ferrari:

R. – Io credo che questo sia un accordo frutto di un rinnovato o ritrovato realismo, di cui  né Netanyahu, né Erdogan avevano dato prova fino a pochi giorni fa.

D. – In cambio del risarcimento la Turchia dovrà ritirare le accuse nazionali ed internazionali contro i membri del commando israeliano…

R. – Sì, questo naturalmente è un dettaglio tecnico di questa vicenda. Io credo che su questa vicenda abbia pesato ancora una volta e forse - per fortuna, direi – l’intervento delle élite militari turche, che non hanno gradito certe posizioni del Presidente Erdogan. 

D. – “Un segno di speranza per la regione”, ha detto il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon. Ma cosa significa e cosa significherà per il Medio Oriente questo accordo?

R. – Di sicuro un'attenuazione della politica che ha fatto la Turchia in tutto il Medio Oriente. Dall’altra parte sarà uno strumento di pressione anche nei confronti di Israele: Israele sa bene che dopo la Brexit, l’Europa sarà un po’ meno disponibile alle bizze di coloro che hanno sempre difeso, in qualche modo, Israele e sarà quindi più attenta a quelle che sono le rivendicazioni, per esempio quelle palestinesi. Israele dovrà compiere qualche passo, anche se Liebermann non lo consente a Netanyahu, ma lo dovrà fare…

D. – Apprezzamento e gratitudine arrivano anche da Hamas, che in un comunicato esprime la speranza che la Turchia possa intervenire per porre fine all’assedio a Gaza e alle incursioni israeliane. Ma quanto potrà essere forte la pressione turca in questo senso?

R. – Erdogan e la Turchia sono popolarissimi nella Striscia di Gaza e non soltanto nella Striscia di Gaza. Quindi da una parte c’è una linea di credito nei confronti di Erdogan da parte di Hamas e da parte di coloro che sono – diciamo – i padroni di fatto della Striscia; ma, dall’altra, c’è quest’atteggiamento più realistico della Turchia nei confronti di Israele e nei confronti di tutti: la Turchia può trattare ad un livello diplomatico, che compete alla sua forza di potenza regionale, per giungere ad un compromesso che sia accettabile.








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