2016-06-29 12:26:00

Il Papa ricorda la "Girandola", a sostegno dei cristiani perseguitati


Oggi all’Angelus il Papa ha ricordato che stasera (alle 21.30) si svolgerà a Piazza del Popolo a Roma (l'anno scorso è stato organizzato a Castel Sant'Angelo) l'ormai tradizionale spettacolo di fuochi d’artificio per la festa dei Santi Pietro e Paolo. L'evento, ideato da Michelangelo, è noto con il nome “La Girandola”. La manifestazione pirotecnica sarà accompagnata da celebri brani musicali tratti da Puccini, Rossini e Respighi. Il ricavato dell’iniziativa andrà a sostegno di opere di carità della Custodia di Terra Santa nei Paesi del Medio Oriente e in particolare per i cristiani perseguitati. Marta Facchini ne ha parlato con Giuseppe Passeri, direttore tecnico della manifestazione:

D. – Ci può raccontare la storia della Girandola?

R. – La Girandola nasce nel 1481, in occasione dell’elezione di Papa Sisto IV. All’inizio non erano veri fuochi d’artificio così come li concepiamo noi: era solo un gioco di luci fatto con materiali un po’ rudimentali. Perché si pensa a Michelangelo? Perché proprio con l’arrivo di Michelangelo in Vaticano, con le sue opere, la Girandola subì un totale e radicale cambiamento. Basti pensare che il “via” alla vera girandola veniva dato dai Papi e c’è un affresco in Seconda Loggia in cui si vede – mi sfugge ora il nome del Papa – nell’atto di ammirare questo fuoco d’artificio. La Girandola ha radici molto profonde, nel papato. E questa Girandola ha continuato ininterrottamente per oltre 400 anni ad essere rappresentata: ha visto guerre, passaggi di potere, ha visto di tutto. Eppure, la Girandola rimaneva sempre lì, imperturbabile nella sua esecuzione, e, cosa singolare, tutti gli architetti più significativi della storia di Roma hanno dato il loro apporto. Basti pensare al Bernini, al Vespignani, a Valadier, Posi, Poletti, Elpidio Benedetti, che era un abate ma si intendeva molto di fuochi d’artificio, stranamente. La storia della Girandola non può essere dimenticata in questo modo, perché è una delle rappresentazioni più storiche che siano mai state presentate a Roma, in Europa e nel mondo.

D. – Per la sua X edizione, la Girandola si sposta da Castel Sant’Angelo al Pincio. Come mai questa scelta?

R. – E’ stato un percorso filologico, perché in effetti la Girandola è stato un fuoco d’artificio itinerante: non ha avuto una sua collocazione fissa. All’inizio, il Bernini volle farla sui Colli Vaticani, e infatti io l’ho fatta in occasione dei 500 anni della Guardia Svizzera. Poi si spostò a Castel Sant’Angelo. In Europa, il fuoco d’artificio cominciava a subire delle variazioni. Non era più il fuoco barocco italiano, era un fuoco barocco diverso: si parlava di queste sfere che sono in realtà vere e proprie palle che si mettono nel mortaio e vanno lanciate in aria, e Castel Sant’Angelo non era più all’altezza di poter accogliere un fuoco di questa portata. Quindi, l’alto magistero dei pirotecnici di allora, che comunque faceva riferimento anche alla Camera apostolica, decise di trovare un’altra collocazione, più sicura e più idonea per battere quella concorrenza che si andava a manifestare, come ho detto, con i bombardieri di Norimberga che facevano questo fuoco d’artificio con le sfere ormai da decenni, o come anche i fratelli Ruggeri che sì, erano italiani, però ormai lavoravano in Francia e stavano facendo faville, con questo fuoco d’artificio! Un po’ di competizione: come adesso ci sono gli Europei di calcio, lì c’erano queste feste in cui i partecipanti si opponevano uno all’altro e Roma non voleva passare in secondo piano, dopo che per secoli e secoli aveva primeggiato.

D. – La Girandola sarà eseguita in sincronia musicale su un patrimonio classico del Romanticismo italiano. Quali compositori si potranno ascoltare?

R. – Ne abbiamo scelti tre, tutti italiani per fare della Girandola un ricordo, anche – visto che era un fuoco d’artificio prettamente italiano. Abbiamo pensato di ricordare Rossini, di cui si celebrano quest’anno i 200 anni dalla prima rappresentazione del “Barbiere di Siviglia”, ma noi abbiamo scelto “La gazza ladra” che ha una musica particolare che si addice perfettamente a un fuoco d’artificio, appunto, quindi, un omaggio a Rossini. Poi, ci troviamo a Villa Borghese: come non fare “I pini di Villa Borghese” di Ottorino Respighi? E, per concludere, facciamo “Nessun dorma” di Puccini.

D. – La Girandola sostiene la Custodia di Terra Santa, la comunità dei Frati Francescani che opera in Medio Oriente…

R. – Da un po’ di anni, noi promuoviamo questa opera di solidarietà perché io personalmente sono convinto che un fuoco d’artificio, una festa come questa che noi facciamo è vero che raccoglie molte persone e dà molta allegrezza e molta gioia, però pensare anche a chi quella sera non può essere lì e a chi soffre in silenzio ed è solo, emarginato e abbandonato, è una nota stonata per una festa del genere. Perciò, ho cercato di convogliare il gesto di solidarietà verso chi quella sera non potrà avere la possibilità di percepire questa allegrezza e magari gli può arrivare con un gesto di quelle persone, che dà più soddisfazione. Infatti, ricordare chi non c’è in un momento di gioia è forse un atto di misericordia notevole, perché vuol dire che una parte del cuore è con loro.








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