2016-07-01 13:25:00

Centrafrica. Il nunzio: c’è tensione, non la guerra


La Repubblica Centrafricana è stata scossa,  recentemente, da drammatici episodi di violenza: lo scorso 11 giugno si sono registrati scontri tra ex membri del gruppo ribelle Seleka e forze dell’ordine. A Bangui, inoltre, sono stati sequestrati sei poliziotti, poi rilasciati. Si tratta, in realtà, di episodi che non si possono paragonare allo scenario di guerra che, soprattutto nel 2013 e nel 2014, ha sconvolto la Repubblica Centrafricana. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il nunzio apostolico nel Paese africano, mons. Franco Coppola:

R. – Quello che è successo in queste ultime settimane non ha niente a che vedere con la vera e propria guerra che c’era l’anno scorso tra le varie fazioni. Sono sussulti in vista di un aggiustamento. Il grande problema che sta affrontando il governo, e che tutti si pongono, comprese le milizie, è quello della fine di queste ultime, quindi del loro disarmo. Però non è ancora chiaro il programma del disarmo. E, di conseguenza, ognuno cerca di mettersi in una posizione di vantaggio, per poter poi negoziare da una posizione di maggiore forza. E quindi possono capitare scontri, ma questi non hanno veramente nulla a che fare con quello che avveniva nei mesi scorsi.

D. – Parliamo proprio di questi episodi che lei ha definito “sussulti”. Cosa è successo?

R. – È successo nel nord del Paese: un gruppo di ex Seleka stava scortando una mandria per farla passare nel vicino Camerun. Attraversando un villaggio, è stato bloccato dai gendarmi locali che lavoravano, in quel caso, insieme con l’altra milizia, la milizia sedicente cristiana, nemica di Seleka. Li hanno bloccati e ne hanno uccisi sette su otto. L’ottavo è riuscito a scappare e ha chiamato rinforzi e il resto del gruppo è arrivato e si è vendicato incendiando alcune decine di abitazioni del villaggio. La popolazione ovviamente è scappata e si è rifugiata presso i Padri cappuccini che hanno una missione proprio in quel paese. Poi, i soldati della missione Minusca – le forze internazionali, i Caschi Blu – è intervenuta e ha ristabilito l’ordine. Tutto è nato dal fatto che i gendarmi non hanno svolto il ruolo che era loro richiesto come gendarmi, ma erano implicati con gli anti-balaka a fermare il movimento della mandria, che di per sé è una cosa normale in questa stagione. Bisogna anche dire che ci sono delle informazioni che ho ricevuto, secondo le quali il capo degli anti-balaka è anche lui un proprietario di grandi mandrie. Quindi probabilmente aveva interesse a prendersi la mandria.

D. – Un altro drammatico episodio è avvenuto nel quartiere del “kilometro 5” a Bangui…

R. – Anche quello è un episodio ancora non perfettamente chiarito. C’è stato un controllo da parte della gendarmeria su un camion che entrava a Bangui. Alcuni degli occupanti - dei “Peuls”, un’ etnia fondamentalmente musulmana e che si occupa di allevamento - sono stati trovati senza documenti, e per questo sono stati arrestati. Altre voci dicono che su questo camion sono state trovate delle armi, ma al momento non sono voci confermate. Sono stati arrestati. E ciò ha creato la reazione da parte dell’autodifesa musulmana del “kilometro 5”, che, per ottenere la liberazione dei loro compagni arrestati, ha attaccato il commissariato vicino al “kilometro 5”, e ha sequestrato lo stesso numero di poliziotti, ovvero sei. Ci sono stati momenti di grande tensione. La Minusca è intervenuta con un’operazione molto dura nel “kilometro 5” contro la banda che aveva osato prendere in ostaggio dei poliziotti e ci sono stati dei morti tra i banditi. E poi, nel corso della settimana, i poliziotti sono stati rilasciati. Sono tutti – come dicevo – sussulti di passaggio da uno stato di guerra, in cui quello che conta è quello che si ottiene con le armi, ad uno stato di diritto, in cui le armi le deve usare soltanto la forza pubblica, e deve farlo secondo la legge. C’è il problema che la forza pubblica non è ancora preparata ad assumere questo ruolo: non bisogna dimenticare che il Centrafrica è  un Paese in cui tutte le forze di sicurezza e le Forze armate sono state sciolte dalle Nazioni Unite perché erano deviate. La grandissima differenza che noto tra questi eventi e quello che succedeva negli anni scorsi, è che, negli anni passati, un evento come quello a Bangui – l’arresto di alcuni “peuls armés” (armati) – avrebbe portato a una reazione violentissima da parte dell’autodifesa, e contro la popolazione di Bangui. Invece questa volta si sono, per così dire, limitati ad attaccare il commissariato, e a prendere esattamente lo stesso numero di ostaggi per poterli poi scambiare. La reazione non coinvolge più la popolazione: credo che questa sia una grande conquista.

D. – C’è anche da dire, eccellenza, che questi episodi vanno dunque letti nell’ambito del passaggio difficile, cruciale, dallo stato di guerra a quello di diritto, e non hanno alcuna matrice religiosa…

R. – No infatti, assolutamente. Non hanno proprio nessuna matrice religiosa. Sono, in parte, episodi di criminalità comune. Quello che è successo al nord era soltanto un fatto di furto di bestiame. Al sud, alle porte di Bangui, è stato un problema di rapporti tra le Forze dell’ordine e le milizie.

D. – Dunque uno scenario in cui si cerca faticosamente di promuovere un clima di serenità, possibilmente di pace, sulla scia anche del viaggio di Papa Francesco proprio nella Repubblica Centrafricana…

R. – Parlare di serenità e di pace mi sembra un po’ eccessivo… Però, certamente, diciamo che non c’è più questo clima di separazione tra le due comunità religiose: questo è superato, nel modo più assoluto. Ormai – chiaramente – il confronto è tra Forze armate dello Stato, anch’esse illegali, e le forze e milizie. La popolazione non si fa coinvolgere. E anche queste forze sanno benissimo che devono cedere il passo alla legalità. Sono i sussulti di un’abitudine presa in tre anni di illegalità e, piano piano, sicuramente questo rientrerà. Il governo ha molto bisogno di essere aiutato, perché non è per niente facile - purtroppo - avanzare su un campo così minato.








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