2016-07-02 16:00:00

Aumentano migranti "qualificati" dall'Italia e in Italia


I giovani italiani tendono sempre più a emigrare e gli immigrati non trovano un lavoro adeguato al loro livello d’istruzione. Sono due dati illustrati dalla ricerca “Le migrazioni qualificate in Italia”, realizzata dall’Istituto di studi politici S. Pio V con la collaborazione del Centro Idos e recentemente presentata a Roma. Il servizio di Fabio Colagrande:

Aumenta il numero dei laureati italiani che emigrano all’estero, mentre sono pochi quelli che rimpatriano. Al contempo, è aumentato il numero dei laureati stranieri residenti in Italia. Ma per entrambe le categorie il Belpaese resta una terra inospitale dal punto di vista professionale. Franco Pittau ha curato la ricerca per il Centro studi Idos:

“Le condizioni del mercato lavorativo italiano purtroppo impongono a persone di per sè qualificate che potrebbero fare di più, di andare all’estero. Un laureato che va all’estero, è sempre un emigrato qualificato. Ha un titolo di studio qualificato e molte volte va a fare il cameriere a Londra o qualcosa di simile. Lo stesso avviene per gli stranieri in Italia”.

Lo studio rivela dati sorprendenti sul livello d’istruzione degli immigrati che sfatano alcuni luoghi comuni. Ancora Pittau:

“Noi siamo arrivati alla conclusione che sono circa 450mila gli italiani laureati all’estero e sono più di 500mila i cittadini stranieri in Italia. Abbiamo scoperto che il livello di istruzione degli stranieri è più elevato di quello degli italiani”. 

Persone con alti livelli d’istruzione e formazione – dice lo studio - non trovano adeguati sbocchi nel mercato occupazionale a causa degli scarsi investimenti in istruzione, ricerca, sviluppo e cultura, che in Italia sono sotto la media Ue. Benedetto Coccia ha curato il dossier per l’Istituto S. Pio V:

“L’insufficenza del sistema di ricerca e di sviluppo in Italia che è espresso chiaramente dal rapporto tra investimenti in questi ambiti e Pil che in Italia è molto inferiore al resto dell’Europa, comporta da un lato la necessità dei nostri giovani di andare a proseguire gli studi o a mettere a frutto gli studi fatti in Italia all’estero, dall’altro l’incapacità del sistema Italia di intercettare e valorizzare i talenti e le qualifiche che arrivano nel nostro Paese attraverso l’immigrazione”.

L’obiettivo cui puntare è dunque una circolazione fruttuosa dei ‘cervelli’ che consenta spostamenti per scelta e non obbligati, attraverso un mercato del lavoro più attrattivo che permetta l’inserimento anche degli immigrati qualificati. Ancora Benedetto Coccia:

“Bisognerebbe far sì che l’Italia torni ad essere un luogo nel quale la ricerca sia di ricercatori italiani ma anche con grande apertura a quelli stranieri, possa portare frutto”.








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