2016-07-04 14:26:00

Stromboli: terza edizione della Festa di Teatro ecologico


Si conclude oggi a Stromboli la terza edizione della Festa di Teatro Ecologico, quest’anno dedicata a William Shakespeare, a 400 anni dalla morte. L’isola siciliana dal 27 giugno ha ospitato “Shakespeare on the rocks”, rappresentazioni, letture, appuntamenti di musica e danza e altre performance senza l’ausilio di corrente elettrica. Ogni artista ha offerto il proprio contributo gratuitamente e gratuitamente il pubblico ha assistito alle diverse iniziative pensate come incontro sinergico tra energia sostenibile, ambiente, turismo, cultura e arte. Al microfono di Tiziana Campisi il direttore artistico della manifestazione Alessandro Fabrizi:

R. – Tante persone quest’anno hanno partecipato; il pubblico è triplicato. Ed è una gioia vedere bambini di sette, otto, nove anni che hanno seguito tre ore di “Tempesta” di Shakespeare. La cultura bisogna diffonderla condividendola: tantissimo pubblico, attento, commosso, partecipe. Insomma, io sono pieno di gioia, questa è veramente una festa! Mi sembra che gli ospiti si siano molto divertiti; e tutte le persone a cui abbiamo chiesto di contribuire ci hanno portato dei doni meravigliosi.

D. – Ci può spiegare come funziona questa “Festa di Teatro Ecologico”, che coinvolge anche gli abitanti dell’isola di Stromboli…

R. – Sì, gli abitanti dell’isola sono coinvolti in vario modo: alcune strutture alberghiere ci danno le camere; altre persone ci aiutano a trasportare le cose da una parte all’altra dell’isola; altre le inseriamo anche nelle performance. Stasera poi finiamo con una grande improvvisazione in piazza, per tutti. Per il resto, la mattina noi mettiamo in giro delle locandine, nelle quali si dice che “stasera, in questo posto, succede questa cosa”; e la gente viene. L’ingresso è libero, e ne è venuta tanta di gente finora.

D. – Shakespeare nell’isola di Stromboli, tra gli scogli, come hanno preso corpo i sonetti, i drammi?

R. – Abbiamo guidato un gruppo di attori a dar vita alla “Tempesta” di Shakespeare in tre luoghi dell’isola, con spostamento del pubblico da un luogo all’altro. Il primo “happening” è stato tempestoso, perché il mare era mosso, bagnava sia noi che il pubblico. Per cui eravamo veramente in mezzo a una tempesta. Poi, tanti degli artisti sono stati liberi di improvvisare in giro per l’isola con danze, canzoni e sonetti. Abbiamo anche fatto incontri divulgativi, quindi abbiamo cercato di ricordare “Willie”, come lo chiamiamo tra di noi, in vari modi.

D. – “Festa di Teatro Ecologico” perché senza l’uso di corrente elettrica: come sono state create le scenografie?

R. – Noi non creiamo scenografie, siamo noi che ci adattiamo al luogo che scegliamo. Di giorno c’è la luce del sole che crea degli effetti luce che nessun “light designer” potrebbe mai neanche immaginare. Quando è buio, invece, Hossein Taheri, aiutato da Ezio Spezzacatena, ha organizzato i fuochi: candelotti, padelle romane; candele…

D. – Questo connubio arte-ambiente che cosa insegna?

R. – Io non so cosa insegna, anche se sento che sto imparando e ricevendo molto. Il fatto che il pubblico e gli artisti siano illuminati dalla stessa luce crea una relazione dello spettatore con lo spettacolo immediata, perché non c’è la mediazione della luce o dell’amplificazione – elettrica – e così veramente lo spettatore si sente in scena, quindi sente che l’attore è un altro essere umano come lui, con cui sta condividendo un’esperienza. Più che mettersi a guardare, qui c’è la sensazione di condividere un’esperienza. L’altra cosa straordinaria è vedere come il luogo si relazioni al “logos”, ossia al linguaggio dell’arte. E relazionarsi con l’ambiente naturale, senza la protezione della luce e dell’amplificazione elettrica, mette tutti nella condizione di essere veramente nel momento.








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