“Ascolta il rumore delle catene che non si sono ancora spezzate”: si intitola così il comunicato diffuso dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale argentina, in cui si lancia un forte appello affinché si ponga fine alla tratta di essere umani.
Preoccupazione per i tanti fratelli schiavi
“Nel celebrare il 200.mo anniversario della dichiarazione di indipendenza del nostro
Paese – si legge nel testo – esprimiamo soddisfazione per il rafforzamento della democrazia
e lo sviluppo delle capacità umane”. Allo stesso tempo, tuttavia, i vescovi si dicono
“preoccupati” per “la condizione di schiavitù vissuta da molti fratelli e sorelle,
in particolare a causa del traffico di esseri umani”.
Occorre decisione politica ed impegno di tutta la società
Quindi, i presuli ricordano un’omelia pronunciata dall’allora arcivescovo di Buenos
Aires ed esortano i fedeli a “chiedere a Gesù di imparare a prendersi cura per i
nostri fratelli schiavi con la tenerezza che si meritano”. Un ulteriore appello la
Chiesa argentina lo lancia alle istituzioni ed alla società, chiedendo “una decisione
politica dello Stato a tutti i livelli e l'impegno di ogni cittadino per sradicare
questo flagello nel Paese, in modo che ogni abitante della nostra terra abbia una
vita piena e dignitosa”.
Lavorare in nome della libertà
Infine, guardando al “volto misericordioso del Padre”, i presuli argentini pregano
affinché “si aprano le strade per liberare il popolo schiavo e si curino le famiglie
delle vittime e coloro che combattono contro questo flagello”, in nome della “libertà”.
(I.P.)
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