2016-07-09 14:03:00

Test missilistico nord-coreano. Intesa Usa-Sud Corea per uno scudo


La Corea del Nord ha effettuato questa mattina un nuovo test balistico che ha violato ancora una volta le risoluzioni votate dall’Onu. Il lancio di un missile da un sottomarino di Pyongyang è solo l’ultimo di una serie condotti dallo scorso aprile, e arriva all’indomani dell’intesa tra Washington e Seul per il dispiegamento in Corea del Sud di un sistema di difesa missilistico. Il servizio di Marco Guerra:

A riferire del nuovo test missilistico di Pyongyang è una nota della Difesa sudcoreana, secondo cui "il lancio non ha avuto successo".  La ricostruzione delle fonti militari di Seul afferma che il missile è stato lanciato da un sottomarino di classe Sinpo ed è poi esploso a circa 10 chilometri di altitudine. Anche il test effettuato il 23 aprile scorso era fallito. Tuttavia, crescono i timori per la capacità di lancio da un sottomarino, il che aumenterebbe ulteriormente la gittata delle armi nucleari del regime nordcoreano. Solo ieri infatti Washington e Seul hanno raggiunto un’intesa per il dispiegamento in Corea del Sud di un sistema di difesa contro i missili balistici, con l‘intento dichiarato di garantire la sicurezza di fronte alle minacce del Nord. Forte preoccupazione per l’iniziativa statunitense è stata espressa dalla Cina che ha parlato di un atto “grave per la sua sicurezza”. Critiche anche da Mosca, secondo cui lo scudo missilistico “mina l'equilibrio della regione”. Su queste nuove tensioni abbiamo raccolto l’analisi dell’esperto di studi strategici, il generale Carlo Jean:

R. – Ci sono delle tensioni e dei negoziati piuttosto tesi, nei quali, per far valere le sue ragioni, la Corea del Nord ogni tanto rilancia. Il suo rilancio provoca una risposta uguale o maggiore da parte degli Stati Uniti; e la Cina e la Russia, che temono che la situazione possa precipitare, tutto sommato si danno da fare per tranquillizzare la situazione.

D. – Perché viene sottolineato che il lancio è stato effettuato da un sottomarino? È così rischioso il fatto che dei sottomarini siano utilizzati per questi test?

R. – La Corea del Nord ha dei sottomarini che sono seguiti dalla marina americana, anche perché sono parecchio rumorosi. Inoltre, i missili lanciati dai sottomarini sono tutt’altro che affidabili; infatti, generalmente, fanno dei flop e non riescono: i test dei missili da sottomarini lasciano molto, molto a desiderare. Inoltre, la vera dissuasione nei confronti della Corea del Nord è data dalla sua vulnerabilità nei confronti degli Stati Uniti e dei loro alleati - sostanzialmente il Giappone e la Corea del Sud - che sono estremamente più potenti della Corea del Nord.

D. – In risposta alle continue violazioni, Stati Uniti e Corea del Sud hanno imposto nuove sanzioni al leader Kim Jong-un e hanno annunciato un sistema missilistico di difesa: dobbiamo aspettarci un intensificarsi delle tensioni nell’area?

R. – Le tensioni sono sempre state forti. La novità di queste sanzioni è il fatto che queste sono per i diritti umani, per le centinaia di migliaia di persone che sono in carcere nella Corea del Nord, e non sono invece sanzioni per la violazione del Trattato di Non Proliferazione, come lo erano quelle precedenti. E queste sanzioni comportano poi anche lo schieramento di missili terminali Thaad, efficaci contromissili di una gittata di circa 200 km con un’altezza di traiettoria di 150 km, per la protezione del territorio della Corea del Sud. Su questi missili sembra si sia giunti ad un accordo tra Corea del Sud e Stati Uniti.

D. – Sono intervenute anche Mosca e Cina criticando le nuove iniziative di Seoul e Washington: quali sono gli equilibri nell’area e gli interessi delle maggiori potenze?

R. – Gli equilibri nell’area sono essenzialmente quelli tra Cina e Stati Uniti. Questi ultimi sono estremamente oscillanti: certe volte tendono verso una certa stabilità, mentre altre verso una tensione tra i due grandi Paesi, soprattutto per il Mare Cinese Meridionale. Inoltre la Cina ha espresso spesso preoccupazioni sullo schieramento di sistemi antimissili sia in Corea del Sud che in Giappone, perché questo mette in discussione  la sua capacità di deterrenza molto completa, in quanto la Cina deve al tempo stesso fronteggiare la capacità di deterrenza dell’India, la Russia e degli Stati Uniti.

D. – Tuttavia, la Cina rimane il garante della Corea del Nord…

R. – Sicuramente l’unico Stato che può intervenire efficacemente sulla Corea del Nord, con forti pressioni economiche, politiche, ideologiche e così via, è la Cina; e in particolare con rifornimenti di viveri e di carburanti. La Cina però teme che una forte pressione sulla Corea del Nord mandi all’aria l’attuale potere del Partito comunista della famiglia Kim Jong. La crisi del regime della Corea del Nord provocherebbe centinaia di migliaia di rifugiati verso la Cina. Inoltre, bisogna considerare che una Corea del Nord in crisi verrebbe assorbita necessariamente dalla Corea del Sud. E questo vorrebbe dire che un alleato degli Stati Uniti entrerebbe in contatto con i confini della Cina.








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