2016-07-10 08:00:00

Scienza & Vita: Alberto Gambino è il nuovo presidente


Il giurista Alberto Gambino è il nuovo presidente nazionale di Scienza & Vita, associazione impegnata nel campo della bioetica e per il diritto alla vita. Ordinario di diritto privato, prorettore dell’Università europea di Roma, Gambino è anche direttore della rivista “Diritto, mercato e tecnologia” e dal 2014 componente del Comitato etico dell’Istituto superiore della sanità. Succede alla filosofa Paola Ricci Sindoni, alla guida dell’associazione negli ultimi tre anni. Ascoltiamolo al microfono di Michele Raviart:

R. – Ho accolto questa nomina con grande gratitudine e anche con senso di responsabilità, perché è un’Associazione di grandissimo rilievo che, partendo da una impostazione scientifica molto rigorosa, ha l’obiettivo di appassionare e animare un dibattito nella cittadinanza su temi eticamente sensibili.

D. - Uno dei motti di Scienza & Vita è “Alleati per il futuro dell’uomo”. Quali sono le sfide di oggi per Scienza & Vita?

R. – Proprio nel Consiglio che mi ha eletto sono emersi due temi. Il primo riguarda i costi della sanità, che talvolta sono a detrimento della dignità della persona: sempre di più si tende – sotto una enfasi della autodeterminazione – a nascondere, invece, forme di abbandono terapeutico. L’altro è il tema della sperimentazione, della tecnologia legata al genoma, all’embrione, al materiale biologico. Ecco, questo segna davvero il futuro dell’umanità: la tracciabilità, ma anche l’utilizzo di parti del nostro corpo, implica un ridimensionamento anche della nostra libertà.

D. – Che ruolo si propone Scienza & Vita sia di dialogo con le istituzioni, sia di rapporto con la cittadinanza?

R.- Un dialogo di proposta: non vogliamo sottostare all’agenda politica dettata spesso da motivi contingenti o da casi singoli; vogliamo, invece, proporre, aprire dibattiti, col confronto con il mondo laico e il mondo cattolico, però nell’ottica della centralità della persona e con una fortissima base scientifica. Qui le competenze, più che mai, sono necessarie per trovare delle soluzioni equilibrate e rispettose della dignità.

D. – Anche un’attenzione all’economia integrale, con riferimento all’Enciclica Laudato si'. Qual è questo approccio scientifico ai temi dell’Enciclica?

R. – C’è un filo conduttore che tocca i temi della bioetica con i temi sociali. In realtà il mondo dell’economia, il mondo del profitto potremmo dire, quando sovrasta alcuni principi di parità tra gli esseri umani finisce con il discriminare. Ecco, questa discriminazione fa sì che poi a essere discriminati siano soprattutto le persone più fragili, più deboli della società. Questa cultura dello scarto che, oggi, anche sui temi della bioetica, sembra avanzare sempre di più.

D. – Tanti i suoi contributi accademici sulla famiglia, sul diritto alla vita e sui biodiritti in generale. Qual è l’apporto di questa sua esperienza, ora al servizio dell’associazione Scienza & Vita?

R. – Come tutti i giuristi, a me piace mettere in bella copia quelli che sono gli approfondimenti degli scienziati. E’ la prima volta che un giurista viene messo a capo di una Associazione importante come Scienza & Vita: il mio compito è ascoltare la base degli scienziati e in particolare i loro studi, per poi cercare - con quel poco di possibilità che ho – di renderle, queste posizioni, il più persuasive possibili, argomentandole anche in un’ottica magari di proposta legislativa.

D. – Prendendo le parole in prestito dalla politica, se vogliamo, nei primi cento giorni della sua presidenza quali sono le priorità?

R. – Intanto io, per motivi universitari, viaggio molto per l’Italia e quindi cercherò di andare a trovare le varie associazioni territoriali locali, che sono davvero la spina dorsale di Scienza & Vita. Con i presidenti delle realtà associative, ad ottobre, faremo un primo incontro a Roma in modo da definire bene anche il piano di azioni dei prossimi cento giorni.

D. – Tornando all’Italia, quali sono – secondo lei – i rischi maggiori?

R. – Ormai gli obiettivi non sono più soltanto legati ad un individualismo esasperato, ma sono legati spesso ad una contingenza del risparmio economico: talvolta vengono ammantate sotto l’ideale della libertà alcune scelte - anche dirompenti nei confronti della vita, dell’abbandono, dell’eutanasia, della vita nascente - ma in realtà siamo più banalmente legati a problemi di bilancio. Questo è davvero insidioso e va subito messo in chiaro, anche perché su questo tema troveremo molti più consensi anche da parte laica, rispettosa davvero delle prerogative delle persone più deboli.








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