2016-07-14 13:30:00

Abbiategrasso: prima comunità amica persone affette da Alzheimer


E’ stato presentato ieri mattina ad Abbiategrasso, in provincia di Milano,  il Dementia Friendly Community, il progetto pilota della Federazione Alzheimer Italia che ha scelto il comune lombardo come prima comunità amica delle persone con demenza. Obiettivo del progetto è aumentare la conoscenza della malattia, ridurre l’emarginazione e il pregiudizio sociale e rappresentare un aiuto concreto per chi ne è affetto e per i famigliari, in modo da permettere loro di partecipare alla vita attiva della comunità e di migliorare la loro qualità di vita. Salvatore Tropea ha intervistato Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia.

R. - Tutte le associazioni in tutto il mondo hanno pensato di creare intorno al malato e alla sua famiglia dell’amicizia, della solidarietà per far capire alla gente che cos’è la malattia, che cosa rappresenta e come ci si può rapportare con il malato. Questo è un modo per migliorare la sua qualità di vita. E questo è stato il principio. Nei Paesi anglosassoni, soprattutto in Inghilterra, è presente già da due anni questa iniziativa. Noi abbiamo preso spunto da loro per crearla anche qui in Italia.

D. - Quali sono le iniziative concrete che il progetto prevede per raggiungere gli obiettivi prefissati e aumentare la conoscenza su questo tema?

R. - Sono soprattutto iniziative di informazione e formazione. Per ogni tipo di persone o enti a cui è rivolto noi daremo informazioni in modo differente. Abbiamo iniziato un corso ai vigili, poi abbiamo già inviato dei questionari in quanto la prima cosa è capire come le famiglie e i malati vivono la città, di che cosa hanno bisogno; non possiamo farlo noi di nostra iniziativa. Poi organizziamo corsi specifici per i negozianti, gli uffici pubblici, i front office, i trasporti.

D. - Perché è stato scelto proprio Abbiategrasso? Si sta già pensando di coinvolgere altri comuni nel resto d’Italia?

R. - Perché è una città già di per sé molto solidale, sono 32mila abitanti per cui c’è la possibilità di fare tutte queste iniziative. Questo è un progetto pilota. Il motivo per cui c’è la Fondazione Golgi Cenci e l’Associazione di Psicogeriatria è perché vogliamo che venga realizzato in un modo scientifico, in modo da dare le linee guida, una sorta di protocollo, per tutte le città d’Italia, per tutti i posti, non solo città, ma anche rioni, piccoli paesi, …

D. - Il progetto mira a promuovere e sensibilizzare anche sulla ricerca medica e scientifica?

R. - Naturalmente, però la cosa principale è quella di aiutare i malati e le loro famiglie a vivere questa malattia e fare in modo che le persone attorno a loro siano consapevoli di questo.








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