2016-07-14 14:01:00

Regno Unito: si completa governo, prevalgono i pro Brexit


Nessuna difficoltà economica per ora dalla Brexit: la Banca d’Inghilterra lascia invariati i tassi d’interesse al minimo storico dello 0,50 per cento, mettendo a tacere le voci più negative del dopo referendum. Intanto la neo premier britannica, Theresa May, completa l’esecutivo in linea con gli obiettivi di unità, giustizia sociale e leadership internazionale. Tre donne guideranno i dicasteri dell'Interno, della Giustizia e dell' Istruzione e le nomine più importanti vanno ad euroscettici come il conservatore David Davis che guiderà la Brexit insieme al neo ministro degli Esteri, Boris Johnson, ex sindaco di Londra. “Scelte mirate”, commenta al microfono di Gabriella Ceraso, Antonio Varsori docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Padova:

R. – All’interno del governo, almeno per i nomi che sono stati fatti ora, ci sono sia sostenitori dell’uscita sia del “remain”. C’è, quindi, un equilibrio, perché Theresa May era moderatamente favorevole al “Remain”. Tuttavia, non è un caso che il ministero degli Affari Esteri, e questo che viene indicato come un Dicastero per la gestione dell’uscita dall’Unione europea, siano stati affidati a due persone che si erano dichiarate favorevoli all’uscita.

D. – Significa che Theresa May fa sul serio e che non lascerà niente al caso?

R. – La mia impressione è che si voglia condurre un negoziato non breve: questo è probabile. Sarà un negoziato abbastanza complicato, ed è stato affidato a due persone che all’interno del Partito conservatore hanno un ruolo non secondario.

D. – Politica economica: non c’è più George Osborne che aveva previsto scenari pessimi per la Brexit, ma c’è Philip Hammond – lui euroscettico – che addirittura oggi esclude che ci sia bisogno anche di una manovra economica di urgenza per far fronte alla Brexit. Quali sono le prospettive?

R. – Da un lato, dare delle risposte a quell’elettorato che ha votato a favore della Brexit, gli esclusi da un certo ciclo economico. Per quanto riguarda invece le scelte economiche che hanno ricadute sulla posizione economica internazionale della Gran Bretagna, non si vedono conseguenze gravissime. Si tratterà poi di vedere appunto nel medio e lungo periodo.

D. – Quale invece l’atteggiamento del ministro degli Interni, Amber Rudd – una donna – che avrà a che fare con le spinte indipendentistiche di Scozia e Galles?

R. – Probabilmente, anche in questo caso il tentativo sarà quello di avviare un negoziato e fare delle ulteriori concessioni in termini di autonomia alla Scozia, puntando però al mantenimento del legame forte e tradizionale. Le separazioni sono sempre molto pericolose e dolorose, e credo che un po’ tutti cercheranno di trovare delle soluzioni di compromesso.

D. – Tanti hanno fatto il paragone tra Theresa May e Margaret Thatcher, almeno all’inizio. Come squadra di governo che le sembra?

R. – Ai tempi di Margaret Thatcher, in realtà, la squadra di governo era lei, e devo dire, molto spesso, i ministri cambiavano a seconda delle sue opinioni. Non mi pare che Theresa May abbia la stessa posizione e lo stesso ruolo. Il suo è un governo che deve restare in qualche modo unito. L’unico terreno su cui c’è un paragone, è che si tratta certamente di due personalità forti e volitive, però mi pare che siano due situazioni completamente diverse.








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