2016-07-14 13:41:00

Riapre al pubblico il Carcere Mamertino, prigione di Pietro e Paolo


Riapre il Carcere Mamertino, dove, secondo la tradizione sono stati imprigionati i Santi Pietro e Paolo. Le operazioni di scavo e conservazione hanno dato alla luce molti reperti, ora sistemati nel nuovo Museo multimediale che, dal 21 luglio, accoglierà i visitatori. Il progetto, coordinato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, è stato presentato in anteprima alla presenza di autorità ecclesiastiche e civili. Il servizio di Eugenio Murrali:

La storia del dolore e della devozione si incontrano nel Carcer-Tullianum o Carcere Mamertino, che torna visitabile dopo un anno di lavori. La campagna di scavi ha messo in risalto l’antichità dell’area e un culto arcaico dell’acqua e della pietra che attraversa la cultura romana e arriva a quella cristiana. Nel Tullianum è infatti possibile vedere un foro sul suolo che lascia risalire l’acqua di falda sottostante. E con l’acqua, proprio in questa prigione romana, i Santi Pietro e Paolo avrebbero battezzato i loro carcerieri e i compagni di cella. Osserva il cardinale vicario Agostino Vallini:  

“Qui noi ci troviamo in un luogo dove la storia civile dell’antica Roma e la storia del cristianesimo hanno fatto sì che maturasse la coscienza universale del patrimonio romano a servizio del mondo”.

L’intervento ha previsto la rimozione di una scala moderna e uno studio stratigrafico ricco di sorprese. L’imponente operazione è stata possibile grazie a mecenati e all’accordo tra differenti attori, come nota il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini:  

“E’ il frutto di una collaborazione istituzionale importante tra l’Opera Romana Pellegrinaggi, il Ministero, il Comune, che è davvero quello che dovremmo fare. Insomma, lavorando insieme si possono davvero fare tutte le valorizzazioni, si possono superare i confini delle diverse proprietà e restituire al mondo un luogo straordinario come questo”. 

L'importante riapertura, durante l’anno del Giubileo Straordinario della Misericordia, si arricchisce di significati religiosi anche grazie ai ritrovamenti archeologici, tra cui quello di un’immagine della Madonna della Misericordia risalente al XIII secolo. Spiega il vicepresidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi, mons. Liberio Andreatta:   

“Avvaloriamo la tesi, che da sempre la pietà popolare aveva in qualche modo proposto alla cristianità, che qui Pietro è stato carcerato. Ne abbiamo trovato i segni, ne abbiamo trovato i resti della pietà popolare, che da sempre, in tutti i secoli, si è espressa in questo luogo, dal V-VI secolo d.C. fino a oggi. Nel recuperare una serie di affreschi abbiamo trovato la più antica immagine della Madonna della Misericordia, una straordinaria immagine della Madonna con un manto rosso che copre i fedeli”.

Gli studi hanno inoltre chiarito che il Carcer era parte integrante del nucleo politico del foro Romano. L’archeologa Patrizia Fortini, principale coordinatrice scientifica del progetto, entra nel merito delle scoperte che la campagna di scavi ha riservato:

“Penso a ogni elemento archeologico che è emerso, dal ritrovamento degli scheletri inumati del IX secolo a.C., alla documentazione del VI secolo relativa alle mura, o alla stessa documentazione alto medievale relativa alla Chiesa. Noi non immaginavamo di poter riuscire a trovare questi elementi scientifici così importanti, con la disponibilità di fare uno scavo stratigrafico abbastanza limitato, perché le parti intatte erano pochissime. Noi abbiamo avuto modo, togliendo la scala moderna, di recuperare tutti i dati per quanto riguarda il monumento, soprattutto il Tullianum, l'ambiente inferiore in età alto medievale. E quella ci ha illuminato, perché ci ha fatto praticamente contestualizzare gli affreschi che, soltanto per quanto riguarda l’elemento storico e artistico, avevamo datato tra l’XI e il XIII sec. Abbiamo trovato i resti archeologici, gli oggetti che sono sicuramente relativi a una Chiesa - bicchieri, calici probabilmente per le funzioni - che si datano in quel periodo. Quindi questo ha convalidato i dati indiretti. Abbiamo, dunque, raccolto tutta una serie di dati storico-archeologici che ci aiutano a comprendere la funzione di questo monumento che anche se noto da sempre era comunque sconosciuto. La stessa identificazione fino al 1980 non era condivisa: nessuno sapeva che questo fosse il Carcer-Tullianum, era un’ipotesi del prof. Coarelli, che si è dimostrata giusta”.

Grazie all’accordo tra le istituzioni il 21 luglio, insieme al sito, verrà aperto un nuovo strategico ingresso ai Fori romani. È anche previsto un biglietto integrato che permetterà al visitatore l’accesso alle due aree archeologiche. 








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